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Per la crescita occorrono incentivi agli investimenti

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Rigoreo crescita? In Italia, è arcinoto, il debito pubblico sorto e stratificato negli anni obbliga lo Stato a rifinanziare periodicamente le scadenze. È sotto gli occhi di tutti la polemica tedesca (e non solo) riguardante l'acquisto dei nostri BTP da parte della BCE. Grandi preoccupazioni per l'aumento degli spreads rispetto ai Bund. La crisi è europea. Se simultaneamente in tutta la zona venisse messo in atto un piano di rigore si arriverebbe ad una concomitante riduzione della domanda interna ed esterna. Non compensata dall'aumento di quella extraeuropea, che rappresenta una piccola parte della domanda. Il nostro Paese ha la caratteristica della rissosità. Tutti sono per la manovra a condizione che tocchi non le tasche proprie ma le altrui. Se ne sentono di tutti i colori e si invita il Governo a facilitare un piano di investimenti. Quindi incentivi alla crescita. Giusto. Ma la medicina per la crescita è data dalla fiducia e coscienza che la situazione è seria ma risolvibile. Basta che lo si voglia. L'Italia è il paese dei campanili. Attorno a questi bisogna lavorare assistendo la marea di piccoli imprenditori, dando loro spazio eliminando lacci e laccioli. Poi correttezza istituzionale. Il cittadino deve rispettare le leggi, ma lo Stato non può tradire la parola data solo perché un governo cambia colore. Si incentivino gli investimenti pubblici. Se questi sono nello interesse della collettività non si guardi in faccia a nessuno. Quelli privati che hanno necessità di certezze e di remunerazione. I mass-media denuncino demagogie evitando di gettare pillole che avvelenano il nostro paese.

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