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L'Italia pensa alla Cina per Bond e dismissioni

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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L'Italia punta alla Cina nella speranza che Pechino l'aiuti a uscire dalla crisi effettuando «significativi» acquisti di bond e investimenti in società strategiche, quali Enel ed Eni. L'indiscrezione del Financial Times consente all'euro di recuperare terreno e salire a 1,3660 dollari e a Wall Street di chiudere in positivo. Il Dow Jones chiude salendo di 68,99 punti, o lo 0,63%, a 11.060,97 punti. Il Nasdaq avanza di 27,10 punti, o l'1,10%, a 2.495,09 punti. Lo S&P 500 mette a segno un progresso di 8,04 punti, o lo 0,70%, a 1.162,27 punti. Secondo le indiscrezioni del Financial Times, Lou Jiwei, presidente di China Investment Corp (Cic), uno dei maggiori fondi sovrani al mondo, ha guidato la scorsa settimana una delegazione in Italia per incontrare il ministro delle finanze, Giulio Tremonti, e Cassa Depositi e Prestiti. Le autorità italiane - evidenzia il quotidiano - sono andate a Pechino due settimane fa per incontrare Cic e la State Administration of Foreign Exchange (Safe), che gestisce i 3.200 miliardi di dollari di riserve valutarie estere cinesi. Il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, ha incontrato investitori cinesi a Pechino in agosto.  «Ulteriori negoziazioni - riporta il Financial Times - avranno luogo presto». La possibilità di un investimento cinese «arriva in un momento critico per l'Italia, con i mercati che chiedono rendimenti sempre più alti per acquistarne il debito, che è previsto salire quest'anno al 120% del pil, risultando in Eurolandia secondo solo alla Grecia» evidenzia il Financial Times. Tremonti ha scritto molto sui propri timori su una colonizzazione cinese dell'Europa ma «è costretto a cercare nuove alternative» con la crisi del debito e la messa in guardia della Banca Centrale Europea (Bce) sull'acquisto di bond che non può continuare in modo indefinito. Gli analisti si mostrano cauti sull'esito delle negoziazioni con la Cina: «Nonostante le numerose espressioni di fiducia di Pechino su Grecia e Portogallo, gli acquisti di bond dei paesi periferici di Euolandia da parte della Cina sono stati limitati» affermano. «Non è chiaro quanto debito italiano sia nella mani cinesi ma - secondo il Financial Times - la Cina dovrebbe controllare il 4% dei 1.900 miliardi di dollari di debito italiano».

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