Tutti col fiato sospeso per Grecia e Italia
Riassunto delle puntate precedenti: la Bce si è spaccata dopo le dimissioni del tedesco Stark contrario all’acquisto di Titoli di Stato italiani e spagnoli, le Borse venerdì sono crollate, il mercato interbancario è paralizzato, la Germania prepara un piano B di emergenza per le "sue" banche in vista del default greco atteso a giorni, se non a ore e l'euro è scivolato ai minimi storici insieme alla credibilità dell'Unione europea. In Italia, Piazza Affari ha perso il 5%, il cds sull'Italia, ovvero il credit default swap che si paga per proteggersi contro il rischio di default del nostro Paese, ha testato il nuovo massimo storico a quota 463. Napolitano chiede misure per la crescita e poi riceve Draghi, la Confindustria attacca il governo, il Presidente del Consiglio si prepara per l'appuntamento di martedì a Strasburgo con il presidente della Commissione Europea e salta l'incontro con i giudici sul caso Tarantini-Lavitola. Ecco la trama perfetta per quella che si preannuncia l'ennesima settimana di passione per la Borsa milanese. Con un possibile colpo di scena che avrebbe effetti ancor più devastanti sull'epilogo della storia: l'agenzia di rating Moody's starebbe per tagliare il giudizio sul nostro Paese. Il fantasma del downgrade si aggira fra gli operatori delle sale operative che temono un nuovo terremoto nei prossimi giorni. L'attuale rating dell'Italia è a "Aa2" ed è già sotto revisione per un declassamento dal 17 giugno scorso. Solitamente la modifica del rating viene decisa entro circa novanta giorni, quindi entro il 17 settembre. «Moody's sta ultimando la relazione da allegare al taglio del rating, che potrebbe essere di due note, da Aa2 ad A1 con outlook negativo», riferisce un senior trader che non parla più di contagio, ma di «epidemia». I primi a invocare il downgrade sovrano di Roma sono stati i francesi di Société Générale. «È possibile che nei prossimi giorni arrivi il declassamento dell'Italia da parte di tutte e tre le agenzie di rating», azzarda un altro operatore che si domanda cosa accadrà quando la Banca Centrale Europea terminerà di sostenerci attraverso l'acquisto di titoli di Stato. E restano con il fiato sospeso per l'apertura dei listini del Vecchio Continente che nell'ultima settimana hanno lasciato sul terreno un altro 10% (-9,92% l'indice Eurostoxx 50). Non si placano i timori sulla tenuta della zona euro e le conclusioni del G7 non paiono poter gettare molta acqua sul fuoco. L'Italia rimane osservata speciale e non solo per la spaccatura consumatasi con le dimissioni di Stark. L'idea, ormai diffusa fra gli investitori, è che la manovra potrebbe non essere sufficiente a riequilibrare i conti pubblici e che quindi, a stretto giro, se ne dovrà fare un'altra. La manovra, che peraltro deve essere ancora approvata, implica una crescita dell'1,8%, ma visto che la crescita con ogni probabilità si fermerà all'1%, la convinzione è che presto si dovrà mettere in cantiere un altro intervento. A torto o a ragione i mercati ormai scommettono sull'incapacità di questo governo di far fronte alla crisi e si parla di ondate di derivati che si riversano sul mercato, come i Cds che lo stanno strozzando. In questa situazione i listini non hanno quindi più la forza di rimbalzare. Nonostante Milano, in linea con le altre borse del Vecchio Continente, nelle ultime cinque sedute abbia perso il 9,91% (è il caso del Ftse Mib), portando le perdite da inizio anno al 30,5% (-25,75% l'indice europeo). Quanto ai titoli di Stato, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi continuerà a essere influenzato dagli acquisti da parte della Bce. Il differenziale dei rendimenti venerdì è volato a 370 punti base, mentre il record resta quello toccato il 3 agosto a 390 punti. Oggi è l'anniversario dell'11 settembre. E domani?