L'aiuto Bce non è scontato

«Gli interventi della Bce sui titoli di Stato sono temporanei e non possono essere dati per scontati». A parlare è il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che ha rilanciato le parole del presidente uscente della Banca Centrale europea, Claude Trichet. A via Nazionale fanno capire che in questo modo il Governatore ha voluto sottolineare che nel momento in cui, tra circa un mese, subentrerà a Trichet, non ci saranno elementi di discontinuità con la sua politica soprattutto sulla strategia degli aiuti ai Paesi in difficoltà. È evidente che su Draghi si fa sentire anche il pressing esercitato dalla Germania da sempre diffidente sulla capacità dell'Italia di attuare una linea di rigore. Berlino ha espresso più volte in modo più o meno esplicito perplessità sulla mnovra che ha come pilastro la lotta all'evasione, ovvero misure dal gettito difficilmente quantificabile. Va ricordato inoltre che il presidente della Bundesbank già a giugno si era detto contrario all'intervento della Bce sui titoli italiani e spagnoli. Ecco quindi Draghi ieri ricordare le parole di Trichet secondo cui il programma di acquisto dei titoli Bce «non può essere usato per aggirare i fondamentali principi di disciplina di bilancio». E quindi «i governi devono prendersi la responsabilità del debito sovrano». Draghi ha ricordato che c'è un meccanismo (dell'Efsf) per fornire un sostegno finanziario di emergenza, «soggetto a condizioni rigorose, agli Stati membri alle prese con la crisi del debito pubblico. Questo è importante in quanto la mancanza di procedure concordate ha aumentato il costo e la complessità della crisi del debito di alcuni Paesi dell'area dell'euro». Il governatore ha poi sottolineato che «l'obiettivo della Bce è la stabilità dei prezzi, sul quale risiede in ultima analisi la sua credibilità». «Non defletteremo mai da questo obiettivo - insiste Draghi - poichè è nel massimo interesse di tutti i Paesi membri ed è necessario allo scopo di mantenere le appropriate condizioni per stimolare una crescita sostenibile avere tassi di interesse a lungo termine liberi da inflazione». Poi, contro gli euroscettici, contro quanti hanno ipotizzato in queste settimane di turbolenze sui mercati, l'uscita di alcuni Paesi dall'euro, Draghi ha insistito su due concetti: che «senza l'euro la crisi sarebbe stata peggiore per tutti, e che «per uscire dalla crisi l'importante è restare insieme. La cooperazione internazionale e regionale è l'elemento chiave». Secondo il prossimo numero uno dell'Eurotower, «l'accordo raggiunto il 21 luglio, che ha ampliato le risorse e il campo d'azione del Fondo, è un passo importante per aumentare la sua efficacia. Ora è fondamentale che l'accordo è implementato in maniera rapida e agevole e approvato dai parlamenti nazionali. Ritardi o dubbi rischiano di riaccendere turbolenze dei mercati, è oggi più che mai importante per i leader nazionali che devono mostrare unità e parlare con una sola voce». Draghi spiega che «allo stesso tempo, sarebbe un errore fare eccessivo affidamento su tale meccanismo. Mentre è importante, in una situazione di emergenza, per concedere un sollievo temporaneo, non può, da solo, fornire la soluzione alla crisi del debito sovrano, perché non affronta le cause profonde della crisi: la mancanza di disciplina fiscale, le prospettive di crescita povere». Infine ha ribadito che «sono essenziali le politiche per promuovere la crescita» e «anche se tali riforme strutturali potrebbero richiedere del tempo per dispiegare il loro pieno effetto, non va sottovalutato l'impatto che un programma ben progettato potrebbe avere sulla fiducia e le aspettative».