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Ponzellini apre ad Arpe, ma solo ai suoi soldi

ponzellini

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Massimo Ponzellini apre ad un eventuale ingresso di Matteo Arpe nel capitale della Popolare di Milano ma al tempo stesso chiude la porta della tolda di comando dell'istituto all'ex manager di Capitalia. È nella cornice di Villa D'Este, dove mancava da quasi trent'anni, che il banchiere bolognese coglie l'occasione per fare chiarezza sul dossier Arpe dopo che da alcune settimane si rincorrono voci di un suo interesse alla banca al punto che si ipotizza un investimento di 200 milioni di euro, che peraltro troverebbe anche il gradimento delle Autorità competenti. «Arpe è benvenuto nel capitale» della Bpm - ha detto il presidente dell'istituto al Workshop Ambrosetti -, così come tutti gli altri investitori interessati a sostenere Piazza Meda in vista della ricapitalizzazione fino a 1,2 miliardi di euro. «Basta che uno ci metta i soldi e sono tutti benvenuti», ha aggiunto Ponzellini con un sorriso. Nulla da fare invece a eventuali ambizioni di Arpe ad un ruolo operativo all'interno della banca. «Non abbiamo bisogno di manager in questo momento, anche se lui è un bravissimo» banchiere e, comunque, «non credo che sia interessato» a guidare la Popolare. Del resto, Bpm, in seguito all'ispezione della Banca d'Italia ha avviato una riorganizzazione interna delle prime linee di manager, adesso sotto la guida del nuovo direttore generale, Enzo Chiesa. Insomma, Ponzellini lancia messaggi chiari all'ormai ex «golden boy» della finanza e attende un suo segnale. Tuttavia, Arpe al momento preferisce restare nell'ombra. Non a caso un portavoce di Sator ha precisato che la società «non intende commentare questi rumors ricorrenti». Al tempo stesso, però, alcuni osservatori non escludono che un contatto al vertice possa essere avviato. Anche perchè il tempo stringe: entro metà settembre è atteso il via libera della Consob alla pubblicazione del prospetto informativo e poi il consorzio di garanzia capitanato da Mediobanca darà il via alle danze. Un'apertura ad Arpe, intanto, è arrivata anche dal mondo dei sindacati con la Uilca che si è detta favorevole all'ingresso di nuovi soci in Bpm attraverso l'aumento di capitale «purchè gli stessi condividano l'attuale governance» della banca. La sigla è la prima ad aprire formalmente al giovane banchiere anche se all'interno della Fiba-Cisl ci sarebbero alcuni esponenti che caldeggiano questa ipotesi.

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