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La Maserati può partire

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Sergio Marchionne

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Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi conferma che non saranno toccate «le misure di sostengo alla contrattazione aziendale» previste dalla manovra e la Fiat conferma gli investimenti per lo stabilimento di Grugliasco dove verranno prodotte le Maserati. Il chiarimento è avvenuto nel corso di un colloquio telefonico tra l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne e il ministro che ha rasserenato il clima dopo l'intervento dell'ad e del presidente Elkann al Meeting di Rimini. In quella occasione i vertici della Fiat avevano ribadito come presupposto per gli investimenti, la necessità di certezze. Dichiarazioni che hanno alimentato le consuete polemiche dal governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota, che ha chiesto «un chiarimento definitivo sugli investimenti» al sindaco di Torino, Piero Fassino che ritiene non ci siano più ragioni per non andare avanti con Fabbrica Italia. Il rilancio delle officine automobilistiche di Grugliasco (le ex carrozzeria Bertone) prevede un investimento di circa 500 milioni di euro che serviranno a produrre una nuova Maserati destinata alla commercializzazione nei mercati internazionali. L'accordo per riprendere l'attività era stato firmato lo scorso 15 febbraio e prevedeva il ritorno in attività dello stabilimento per dicembre 2012 con l'obiettivo di arrivare fino a 50mila vetture l'anno a regime e di raggiungere gradualmente un organico pari al personale in forza. Mentre la Cisl si dice soddisfatta («allontana le ombre e smentisce i soliti profeti di sventura circa la volontà di Marchionne di non proseguire la produzione di auto nel nostro Paese»), la Fiom rilancia la polemica. Per il leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, le dichiarazioni su Grugliasco non cambiano i progetti della Fiat che sono per «il progressivo disimpegno della in Italia. Si fa una legge a favore di una azienda e contro un sindacato». Quanto alle misure sui contratti contenute nella manovra economica per la Fiom sono «inaccettabili, e incostituzionali per la parte che incidono retroattivamente sugli accordi separati per Pomigliano e Mirafiori». Sciolto il nodo della ex Bertone, potrebbe avvicinarsi a soluzione anche la situazione di Termini Imerese. Dal Meeting di Rimini l'ad di Invitalia, Domenico Arcuri, ha detto che «ai primi di settembre è prevista una riunione con il ministro Romani e i sindacati, per mettere un punto fermo sulla vicenda Fiat e sulle aziende che si insedieranno a Termini Imerese». La rezione del titolo è stata di grande volatilità. Fiat e Exor sono sospese dagli scambi poi hanno chiuso in calo del 2,43% e del 2%, mentre Industrial termina la seduta in positivo (+0,59%).

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