Le imprese estere strigliano il governo «Bisogna investire sulla crescita»

Larichiesta è che una quota dei risparmi che arriveranno dalla manovra finanziaria, «giusta e doverosa», vengano reinvestiti sul mercato. Inoltre l'Italia deve saper offrire regole chiare e certe, dal fisco alla giustizia, dalla amministrazione al lavoro. È quanto emerso in un confronto su «Industria globale e lavoro locale: conflitti o sinergie?» che si è svolto nell'ambito della kermesse di Comunione e Liberazione. «Investiamo dove troviamo l'eccellenza e in Italia c'è, nonostante tutto. Ma la politica - ha sottolineato l'amministratore delegato di Siemens Italia, Federico Golla - deve creare le condizioni per favorire lo sviluppo dell'impresa e attrarre gli investimenti esteri». Sulla stessa linea d'onda il presidente e ad di Nestlè Italiana, il polacco Leo Wencel, che parla anche lui di «eccellenza italiana», tanto più nel campo alimentare in cui opera la Nestlè e fa presente che la multinazionale, presente in Italia dal 1930 e che conta ora nel nostro Paese 5.000 addetti, «produce alcuni importanti beni in Italia e dall'Italia vengono esportati in tutto il mondo». «Le imprese estere in Italia - ha ricordato Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, il braccio economico di Cl - sono 14.000, hanno 1,3 milioni di addetti, il 7% della forza lavoro in Italia, ma è fondamentale puntare sulla credibilità, sulle certezze, dal fisco alla burocrazia, per attrarre sempre più investimenti dall'estero».