Confindustria: ancora rischi sulla manovra
Con l'accordo interconfederale del 28 giugno tra le parti sociali «è stato intrapreso un percorso che poggia innanzitutto su una condivisione dei principi della rappresentanza». Il direttore generale Giampaolo Galli in audizione al Senato, lo sottolinea per rilevare che le norme inserite nella manovra economica su questo terreno «si prestano ad interpretazioni che potrebbero non essere coerenti con questo accordo». Ieri la Cgil aveva parlato di una volontà di «snaturare» l'intesa di fine giugno con le norme in manovra, considerandola una «vendetta» del Governo. «Riteniamo necessario - ha detto oggi Galli in Senato - avviare una riflessione con le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l'accordo del 28 giugno per esaminare i contenuti» delle norme in manovra «con riferimento alla questione delle intese modificative». Le norme inserite in manovra rilanciano gli accordi contrattuali «di prossimità», aziendali e territoriali, (già al centro dell'accordo del 28 giugno tra le parti), prevedendo che possano derogare a leggi e contratti nazionali. Ed inseriscono una norma retroattiva che permette di dare piena efficacia erga omnes anche a accordi aziendali precedenti, come nel caso delle intese che Fiat ha siglato con Cisl, Uil e Ugl, ed il no della Fiom-Cgil. Confindustria è convinta, aggiunge Galli, «che una materia così complessa come quella delle intese modificative delle norme di legge e di contratto vada concordata con le organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo», e ritiene «essenziale un sistema di relazioni sindacali regolato, in grado di garantire certezze quanto all'efficacia dei contenuti della contrattazione collettiva».