I colossi del credito tagliano 60.000 posti anche con conti ok
Iprimi cinquanta gruppi del credito hanno deciso questa estate tagli per oltre 60.000 persone, il più pesante dalla crisi del 2008. Ultime ad annunciare tagli sono state Ubs, la prima banca svizzera e terza nel mondo, e il colosso Usa Bank of America che negli ultimi 8 mesi ha visto crollare la sua capitalizzazione di borsa del 47%. Ubs ha annunciato tagli per 3.500 posti. Anche Bank of America ha annunciato 3.500 tagli ma, nel quadro dell'ultimo piano di ristrutturazione, prevede di portarli a 10.000. Niente in confronto al massacro deciso il primo agosto dalla Banca londinese Hsbc che ha annunciato la soppressione di 30.000 effettivi entro il 2013. Una decisione incomprensibile tanto più che Hsbc ha realizzato un utile netto semestrale superiore alle attese di mercato, pari a 6,3 miliardi di euro (+36% rispetto al 2010). Pesanti anche i tagli annunciati da Lloyds Banking Group: 15.000 posti in meno entro il 2014. Ma in questo caso il gruppo di credito britannico ha accusato nel primo semestre del 2011 perdite nette per 2,3 miliardi di sterline (2,6 miliardi di euro). Il taglio deciso da Ubs è stato annunciato dopo i cattivi risultati del secondo trimestre che hanno costretto il gruppo svizzero a rivedere al ribasso i suoi obiettivi di crescita. Una simile decimazione di personale da parte dei colossi mondiali del credito non si vedeva dall'inizio della crisi nel 2008. La scure calata sulla testa dei dipendenti di banca pesa ancora di più da quando Bloomberg ha rivelato che la Fed per salvare il sistema finanziario dopo il collasso del settore immobiliare ha dato alle banche 1.200 miliardi di dollari. La sola Bank of America ha ricevuto 91,4 miliardi di dollari mentre a Ubs ne sono andati 77,2. Cifre ancora più alte per Morgan Stanley, che avrebbe ricevuto 107,3 miliardi e Citigroup 99,5. Al prestito della Fed si sono poi aggiunti i 700 miliardi di dollari previsti dal piano di salvataggio del sistema bancario Usa. Bloomberg ha stimato che i dollari erogati alle banche dalla Fed sarebbero stati sufficienti ad estinguere tutti i 6,5 milioni di mutui americani evitando così di togliere la casa a chi non era riuscito a pagare le rate.