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Made in Italy in salute

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ValerioMaccari Le imprese italiane sono sulla via del recupero, e nel 2011 dovrebbero tornare ai livelli di fatturato precedenti alla crisi. Continuano a calare, però, competitività e occupazione. L'ufficio studi di Mediobanca presenta la tradizionale indagine annuale sulle imprese italiane, e dipinge un quadro in chiaro scuro della salute dell'imprenditoria italiana. Secondo lo studio, che prende in esame i dati cumulativi di 2030 società con sede in Italia, incluse tutte le aziende con più di 500 dipendenti, le tendenze emerse nei primi sei mesi del 2011 fanno ben sperare. Le imprese recuperano sul fronte dei margini, a +7% sul semestre precedente, e del fatturato, che invece sale dell'11% per le energetiche e del 14% per il manifatturiero. Se i dati dovessero essere confermati, stima Mediobanca, entro l'anno il fatturato potrebbe tornare ai livelli del 2007. Il trend positivo dei primi sei mesi di quest'anno è in linea con quello rilevato per il 2010, che dopo il tonfo a -16,2% del 2009, aveva visto una ripresa del fatturato pari all'8,2%. Merito del dinamismo dell'export, il cui fatturato (+12,6%) è stato circa il doppio di quello legato al mercato domestico (+6,5%). A beneficiare di maggiori vendite nel 2010 sono state soprattutto le società industriali, +9,4%, mentre si registrano aumenti più modesti per il terziario (+3,4%). Nelle industrie, sono andate bene soprattutto le energetiche (+12.4% ) e manifattura (+8.2%), che battono decisamente le prestazioni delle imprese di costruzioni (a +2,9%) che però erano riuscite a mantenere inalterate le vendite nell'annus horribilis 2009. Nel 2010 migliora anche il margine operativo netto aggregato, che guadagna il 6,6% e porta il gap con il 2007 al 23% contro il 28% del 2009. Buone notizie anche dall'utile netto aggregato, che nel 2010 progredisce del 64,2%. Cui contribuiscono in maniera determinante, però, la riduzione dei tassi, che ha comportato un calo degli interessi passivi sul debito, e l'afflusso di dividendi (+47%) provenienti da consociate estere delle aziende italiane. Si rafforza anche la struttura finanziaria, che riduce il rapporto fra debito finanziario e patrimonio netto dal 104,4% al 96,3%. La ripresa commerciale del 2010, avverte però Mediobanca, non ha permesso di ricostruire quanto crollato nella crisi: un risultato, questo, che gli Uffici studi dell'istituto stimano possa essere raggiunto nel 2011. La responsabilità del mancato recupero, si legge nell'indagine, «è da attribuire integralmente alle aziende a controllo privato (-6,7%) che hanno annullato le buone prestazioni delle pubbliche (+6,3%)». Gli strascichi della crisi sono evidenti soprattutto negli investimenti, che continuano a rimanere al palo. E sebbene segnino nel 2010 un aumento del 5,8%, rimangono ancora al di sotto del 16,2% a quelli del 2007. A «tagliare di più i fondi» sono i privati, che hanno investito il 22,7% in meno. Mentre tiene, tutto sommato, il pubblico, che ha solo ridotto marginalmente (-1,9%) gli investimenti. Sono i posti di lavoro, però, a sentire ancora, e più forte, gli strascichi della crisi. Nel 2010 l'occupazione ha continuato, per il terzo anno consecutivo, a calare. Segnando un -1,9%, dato comunque migliore del precedente – 2,8% registrato nel 2009. Cresce invece, dell'8,9%, la produttività del lavoro: ma le imprese non recuperano la competitività perduta. Che anzi è calata, dal 2001 a oggi, di circa 7 punti, nonostante nello stesso periodo il numero dei dipendenti si sia ridotto del 9,4%.

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