Depositi remunerati arma anticrisi
ValerioMaccari Un porto sicuro per i risparmi nella tempesta che sta scuotendo i mercati finanziari di tutta Europa. È quello che cercano di offrire i conti di deposito italiani, fra i quali è esplosa la competizione – a suon di tassi di rendimento sempre più alti - per accaparrarsi i risparmiatori storditi dalla crisi. Un'autentica gara che, in Italia, coinvolge i principali promotori del prodotto bancario. Che non è un conto corrente tradizionale: non permette infatti operazioni come assegni e bonifici e spesso anche le azioni di prelievo o versamento sono vincolate, con periodi variabili fra il trimestre e i 18 mesi. In Italia sono diventati popolari nella seconda metà degli anni '90, ma è adesso che – complice la diaspora dei risparmiatori dalle borse – stanno offrendo i tassi di rendimento migliori. Il più alto in assoluto, finora, è quello proposto da Rendimax, il conto di deposito a massimo rendimento, e con vincolo di 18 mesi, proposto da Banca Ifis, che promette addirittura il 4,3% di interessi lordi. Webank di Banca Popolare di Milano si attesta invece sul 3,75% lordo, pari a un tasso netto del 2,75%. Entrambi i conti deposito, insomma, offrono un interesse sufficiente se non per guadagnarci, almeno per mettersi al riparo dall'inflazione, che l'Istat calcola al 2,7% per quest'anno. Anti-inflazione anche l'offerta di Banca Mediolanum, uno dei maggiori player del mercato italiano. Che ha annunciato proprio ieri di alzare il tasso lordo del suo conto di deposito In Mediolanum dello 0,25%, portandolo a quota 3,75%. Ancora indietro i rendimenti offerti dai suoi grandi rivali, CheBanca! di Mediobanca e Conto Arancio dell'olandese Ing. I due per ora, offrono solo – si fa per dire – il 3,50%, con un tasso netto di 2,55%. La competizione avviata fra i vari conti di deposito porterà probabilmente anche questi ultimi due prodotti a rivedere ulteriormente – Conto Arancio aveva già aumentato il rendimento a giugno – i propri tassi.