"Tempesta perfetta" sulle Borse Milano affonda e brucia 22 miliardi
Una "tempesta perfetta", provocata dallo scatenarsi di diversi fattori nello stesso giorno, ha affondato i listini, colpendo soprattutto banche e settore auto. A Milano il Ftse Mib è sceso del 6,15% quando il Ftse Allshare ha perso il 5,82%. In terreno negativo anche Francoforte (-5,82%), Londra (-4,49%) e Parigi (-5,48%). Penalizzata la galassia del lingotto con Fiat Industrial in ribasso del 13,31%, Fiat Spa dell'11,88% ed Exor del 9,08%. Intanto l'oro segna un nuovo record e riprende a salire lo spread Btp-Bund. Rinnovati timori che costano all'Europa 227 miliardi di capitalizzazione. Piazza Affari, da sola, ne brucia 22. TROPPI FATTORI NEGATIVI I listini europei sono stati colpiti da una serie di fattori negativi che non hanno fatto che alimentare le vendite. Dagli Stati Uniti sono arrivati alcuni dati macroeconomici deludenti, in particolare l'indice Filadelfia Fed, crollato nel mese di agosto, passando a -30,7 punti dai 3,2 di luglio, e le vendite di case esistenti, scese del 3,5% nel mese di luglio. Inoltre, stando al Wall Street Journal, la Federal Reserve sarebbe molto preoccupata per i livelli di funding delle banche europee che hanno risentito ancora della proposta del presidente della repubblica francese, Nicolas Sarkozy, e della cancelliera tedesca, Angela Merkel, sull'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. A questo contesto si sono unite le previsioni di Morgan Stanley che ha abbassato le stime sulla crescita mondiale per il 2011 al +3,9% dal +4,2% indicato precedentemente e quelle per il 2012 a +3,8% da +4,5%, quando Deutsche Bank, invece, ha rivisto al ribasso la crescita del pil della Cina all'8,9% nel 2011 e all'8,3% al 2012 soprattutto a causa dell'impatto del rafforzamento della valuta cinese. A fronte di un timore per le banche e per la crescita mondiale, i settori più venduti in Europa sono stati appunto quelli auto (-7,68% il sottoindice Stoxx 600), costruzioni (-7,23%), materie prime (-7,02%), e banche (-6,63%). UE E USA RASSICURANO Ma rassicurazioni arrivano dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: "Non prevediamo una crescita negativa dell'economia, non prevediamo una recessione in Europa", dice in una conferenza stampa, dopo l'incontro con il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg. Stesse rassicurazioni, ma per gli Usa, da parte del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "Non credo che ci sia il rischio di una nuova recessione", dice alla CBS. "Esiste invece il rischio di avere una ripresa non abbastanza veloce per gestire una crisi del lavoro. Per questo dobbiamo fare di piu'", sottolinea. Ma intanto crolla il rendimento dei T-Bond decennali statunitensi che scende sotto la soglia del 2%. Non era mai accaduto nella storia, nemmeno ai tempi della Grande recessione. In particolare, gli interessi sono calati fino all'1,974%, prima di recuperare leggermente al 2,007%. Il rendimento sui trentennali e' invece arrivato a toccare il 3,337% prima di risalire al 3,71%. Torna a correre il differenziale tra il rendimento dei Btp decennali italiani e i bund tedeschi che e' salito fino a 290 punti. GIÙ AUTO E BANCHE A Piazza Affari questo ha fatto sì che la galassia del Lingotto risultasse molto penalizzata: Fiat Industrial (-13,31% a 6,09 euro), Fiat spa (-11,88% a 4,33 euro), ed Exor (-9,08% a 15,31 euro). Per quanto riguarda i bancari, le vendite non hanno risparmiato Intesa Sanpaolo (-9,26% a 1,196 euro), Banco Popolare (-7,69% a 1,2 euro), Banca Popolare di Milano (-7,43% a 1,533 euro), Unicredit (-7,41% a 0,9555 euro) e Mps (-6,13% a 0,4504 euro), mentre hanno retto meglio Ubi Banca (-3,56% a 2,706 euro) e Mediobanca (-2,10% a 6,3 euro). I risultati semestrali sotto le attese del gruppo svizzero holcim hanno zavorrato anche i cementieri italiani con Buzzi Unicem che ha perso l'8,09% a 6,535 euro, mentre tra gli altri titoli del listino Italcementi ha ceduto il 6,48% a 4,646 euro, quando cementir ha tenuto meglio scivolando dello 0,82% a 1,81 euro. Penalizzate anche le costruzioni con Impregilo in ribasso dell'8,66% a 1,635 euro e Astaldi dell'8,37% a 3,962 euro. Il timore di una seconda recessione negli Stati Uniti e in Europa hanno spinto in forte ribasso la chiusura a Wall Street. Il Dow Jones ha perduto il 3,67%, il Nasdaq il 5,2%.