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Intesa Sanpaolo rispetta le attese

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LeonardoVentura Intesa Sanpaolo chiude il semestre con 1,4 miliardi di utili, in linea con le attese degli analisti, e si sottrae - grazie a quelli che il consigliere delegato, Corrado Passera, definisce risultati «solidi» in un contesto difficile - alla morsa dei mercati, chiudendo in testa al listino con un rialzo del 5,61% a 1,299 euro, dopo che nelle ultime dieci sedute il titolo aveva bruciato più del 30% della sua capitalizzazione. L'utile è sceso del 17% rispetto ai 1.690 milioni del primo semestre 2010 ma il risultato normalizzato - al netto cioè delle componenti non ricorrenti - è salito del 6,7% a 1.291 milioni. I profitti sono ammontati nel secondo trimestre a 741 milioni (-26% sullo stesso periodo del 2010) anche se a livello normalizzato il risultato mostra un recupero del 5,8% (da 500 a 529 milioni) sul 2010. Passera ha annunciato l'acquisto, assieme ai due direttori generali, di 1,5 milioni di euro di azioni, a dimostrazione della fiducia nel «potenziale» della banca. Passera ha poi definito «raggiungibili» i target del piano industriale, attendendosi per il 2011 «un miglioramento della redditività» ordinaria. Secondo l'ad la performance «molto deludente» del titolo in borsa è «dovuta a una visione eccessivamente negativa che i mercati hanno del nostro Paese». «Il trattamento degli investitori istituzionali all'Italia non tiene conto che i fondamentali dell'economia sono robusti», ha detto, anche se «servono «misure adeguate per stimolare la crescita». Subito, perchè «non possiamo aspettare due mesi». Tornando ai conti del semestre i proventi operativi netti sono saliti del 5,6% a quasi 8,7 miliardi a fronte di costi operativi stabili a 4,5 miliardi. Il risultato della gestione è così cresciuto del 12,6% a 4,2 miliardi (+1,1% al netto delle plusvalenze di 426 milioni su Prada e Findomestic) su cui hanno impattato accantonamenti e rettifiche per 1,6 miliardi (-9,1%). L'esposizione complessiva verso i bond di Atene (559 milioni), Spagna (950 milioni), Portogallo (187 milioni) e Irlanda (45 milioni) rappresenta il 2% dei rischi sovrani mentre i titoli di Stato italiani in portafoglio sono saliti a 64,5 miliardi (quasi l'80% del totale).

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