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Piazza Affari fuori controllo: -6% Wall Street in rosso

Wall Street, operatori alla Borsa di New York

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Dopo una giornata che sembrava positiva Piazza Affari perde il controllo. L'indice Ftse Mib cede il 6%, l'All Share cede il 4,71%. A picco i titoli dei bancari, che hanno trainato giù tutti i listini. L'apertura negativa di Wall Street e il timore di downgrade della Francia hanno rotto gli argini, facendo calare prima Milano e Parigi e poi Francoforte. Le rassicurazioni di Moody's e Fitch sul rating a tripla A di Parigi non sono bastate ad arginare il panico. Sul paniere principale affonda tutto il comparto finanziario con Intesa Sp e Fonsai, sospese per eccesso di volatilità, che registrano un calo teorico rispettivamante del 10,75% e del 6,78%. Sospese anche Banco popolare e Bpm (-8,44% e -7,46%, teorici). In picchiata le altre banche: Unicredit -7,08%, Mps -9%, Mediobanca -4,15%%. Generali -6,24%. Pochi i segni più in un listino segnato da vendite sostenute. Resiste Tod's +4,16%. Pesanti anche gli industriali con Fiat sospesa e -8,19%. in Piazza Affari con un ribasso teorico dell',8,2%. L'Ftse Mib sta cedendo il 5%.   Scene analoghe a Parigi, al meno 4,71 per cento, Francoforte cede oltre il 3 per cento, Londra meno 1,84 per cento, Madrid, meno 3 per cento. In un quadro che si conferma sempre più all'insegna della elevata volatilità, nelle ultime sedute gli indici sono sono mossi con una dinamica da montagne russe e una sottostante tendenza a correggersi al ribasso. A Wall Street i ribassi si aggravano con il Dow Jones che cede il 3,71 per cento, il Nasdaq cade del 3,46 per cento. In questo clima di alta tensione hanno facile presa notizie allarmistiche, tanto che il ministero dell'Economia della Francia, che ora subisce a sua volta tensioni, ha smentito le voci di un declassamento di rating del paese. I fattori che da giorni zavorranno gli animi, e sui quali tendono a scatenarsi ondate di vendite sono le paure di ricaduta in recessione degli Stati Uniti, assieme ai perduranti allarmismi sui rischi di debito tra pesi dell'area euro, che di recente avevano coinvolto anche Italia e Spagna. A esacerbare ulteriormente i nervosismi degli investitori è stato il clamoroso declassamento di rating sugli Stati Uniti da parte dell'agenzia Standard & Poor's, piombato dopo settimane di tensioni per trovare una intesa al Congresso sull'aumento dei limiti al debito federale che songiurasse l'ipotesi ancor peggiore di una insolvenza sui pagamenti degli Usa. Sul tutto da ieri si sono aggiunte alcune delusioni per le decisioni annunciate ieri dalla Federal Reserve, la banca centrale Americana: ha annunciato il blocco per due anni dei tassi di interesse, che sono quasi a zero, ma non ha lanciato quella nuova tornata di acquisti di titoli finanziari (QE3), tramite l'emissione di nuova moneta che diversi osservatori ipotizzavano. Uno scenario che comunque non resta da scartare tanto più se le Borse continueranno a franare. Inoltre questi problemi concreti intervengono dopo settimane in cui si erano moltiplicate le messe in guardia da possibili correzioni al ribasso degli indici azionari, perché il prolungato rally rialzista che avevano registrato negli ultimi due anni sembrava eccessivo rispetto ai fondamentali dell'economia reale. E tale appare tanto più ora, se la ripresa rischia di arrestarsi, o peggio di virare ad una nuova fase di contrazione economica.    

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