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Fed: crescita lenta Wall Street sbanda poi schizza a +4%

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Wall Street, la Borsa di New York

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La Borsa di Milano gira in positivo nel finale di una giornata sull'altalena, sfruttando il rimbalzo di Wall Street che registra il rally più forte degli ultimi due anni. La Federal Reserve ha deciso di lasciare i tassi invariati tra lo 0 e lo 0,25% ma ha giudicato troppo lenta la ripresa Usa. Giudizio che ha accentuato la forte volatilità dei mercati. Wall Street dopo una sbandata seguita all'annuncio della Federal Reserve è tornata  volare. Il Dow Jones chiude salendo del 3,98%, il Nasdaq avanza del 5,29%. Lo S&P 500 mette a segno un progresso di +4,74%. Gli indici, in una giornata volatile, hanno azzerato i guadagni della mattinata dopo la Fed, girando in territorio negativo: il Dow Jones è arrivato a perdere 200 punti. Lo S&P 500 è sceso dell'1,6%. Il comunicato della Fed è stato poi metalbolizzato ed è iniziato il rally, che ha fatto fare al Dow Jones un salto di 600 punti. Secondo alcuni analisti, i listini hanno premiato l'impegno della Fed a usare gli strumenti a disposizione per sostenere l'economia, altri ritengono che la Fed abbia aperto alal possibilità del terzo round di allentamento monetario.  Fra i singoli titoli i finanziari hanno tirato la volata, dopo aver bruciato ieri 1.000 miliardi di dollari. Bank of America sale del 13%. Alla luce di una ripresa che "sarà in certa misura più lenta di quanto anticipato e la disoccupazione calerà in modo solo graduale", la Fed ha discusso una serie di misure e si è impegnata a fare tutto il possibile per garantire stabilità ai mercati finanziari, anche "mantenendo il programma di reinvestimento di titoli di stato", ma ha deciso comunque di non prendere provvedimenti specifici, dopo la conclusione a fine giugno del programma di acquisto di titoli di stato da 600 miliardi di dollari. Secondo gli economisti, la Fed avrebbe dovuto agire in modo più aggressivo, soprattutto alla luce del downgrade degli Stati Uniti deciso dall'agenzia di rating Standard & Poor's e dei dati economici poco incoraggianti arrivati nei giorni scorsi (il Pil ha segnato un aumento meno deciso delle previsioni, il manifatturiero ha registrato un deciso calo e il tasso di disoccupazione è tornato a salire). Ma le divisioni interne alla Banca Centrale hanno limitato la capacità di manovra dell'istituto di Washington: la decisione di lasciare il costo del denaro a un range tra lo 0 e lo 0,25 per cento, il minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008, è arrivata dopo una riunione turbolenta, conclusasi con un voto non unanime (sette governatori contro e tre a favore).   Il presidente della Fed Ben Bernanke il mese scorso aveva detto al Congresso americano di essere pronto ad agire qualora l'economia fosse rimasta debole, ma aveva anche detto che per potere acquistare altri bond i prezzi avrebbero dovuto essere stabili. Ora, dopo le consultazioni con le controparti internazionali nel corso del fine settimana dopo la decisione di Standard & Poor's, la Fed ha preferito lasciare alla Banca Centrale Europea il primo passo, con quest'ultima che ha aperto all'acquisto di bond italiani e spagnoli per evitare un inasprimento della crisi del debito.    A Piazza Affari, arrivata a perdere quasi il 3% in mattinata, l'indice Ftse Mib guadagna lo 0,52% a 15.721,45 punti e il Ftse All-Share mostra un incremento dello 0,5% a 16.394,37 punti. Bene i bancari, con Banco Popolare (+2,75% a 1,197 euro), Banca Montepaschi (+1,57% a 0,4654 euro), Popolare Milano (+7,82% a 1,448 euro), Intesa Sanpaolo (+1,16% a 1,312 euro), Ubi Banca ((+0,8% a 2,772 euro) e Unicredit sulla parità a 1,067 euro.   Tra i migliori che rimbalzano in territorio positivo nel paniere principale, bene Buzzi Unicem (+3,38%), Diasorin (+4,46%), Fiat (+3,25%), Lottomatica (+4,36%), Parmalat (+4,94%), Saipem (+5,32%), Pirelli (+2,77%), Tod's (+3,08%). Cedono invece Mediaset (-0,54%), Telecom Italia (-1,89%), Atlantia (-0,72%), Enel (-0,77%) ed Eni (-1,15%).   Lo spread Btp-Bund si è attestato a 279 punti base dopo la chiusura di Milano, mentre le principali Borse europee hanno mostrato un'andatura nevosa chiudendo alla fine in modo contrastato, con l'indice Ftse 100 di Londra in rialzo dell'1,89% a 5.164,92 punti, il Dax di Francoforte che perde lo 0,1% a 5.917,08 punti e il Cac 40 di Parigi che mostra un rialzo dell'1,63% a 3.176,19 punti. L'Ibex di Madrid cede invece lo 0,36% a 8.428,9 punti. Ancora a livelli record l'oro, mentre il franco svizzero, considerato a sua volta dagli investitori un bene rifugio, si rafforza su euro e dollaro.   A caratterizzare la giornata dei mercati, dunque, listini azionari in saliscendi e titoli di stato "narcotizzat" dall'azione della Bce e flussi imponenti di liquidità sui beni rifugio come oro e franco svizzero che toccano i nuovi massimi. ORO AI MASSIMI NELLA NOTTE. In attesa dell'avvio dei mercati in Europa il flusso degli investitori verso l'oro è ininterrotto e le quotazioni del metallo si portano sui massimi a quota 1.764 dollari l'oncia. MERCATI PARTONO BENE, BCE IN AZIONE, GIÙ SPREAD. La partenza dei listini europei sembra incoraggiante e Milano, dopo pochi minuti di scambi, segna già +2,6% ma la volatilità è altissima e gli indici oscillano fortemente complici anche i derivati e i movimenti prettamente speculativi. La Bce si muove sul mercati secondari per il secondo giorno conferma lo stesso presidente Jean Claude Trichet e gli spread btp-bund vanno sotto quota 300 punti arrivando a 280, soglia su cui rimarranno tutta la seduta. ORE 10 PRIMA PIOGGIA VENDITE. Il primo dei numerosi cambi di direzione della giornata arriva attorno alle 10. Gli indici europei, Milano compresa, scivolano in negativo in pochissimi minuti. ORE 10.30. LISTINI IN PICCHIATA. Sugli schermi degli operatori il segno rosso impera e sembra un bollettino di guerra. Londra, Francoforte sbandano con cali del 5%. I derivati maneggiati da hedg fund e banche d'affari amplificano i cali. ORE 11.00 FUGA VERSO L'ORO E FRANCO SVIZZERO. Ingenti flussi di capitali si muovono sull'oro che tocca il record di 1780 dollari l'oncia e sul franco che sembra puntare alla parità con l'euro. ORE 11.30 LISTINI TOCCANO FONDO E RIPARTONO. I mercati azionari arrivano a perdere quasi l'8% per poi iniziare a risalire in un classico movimento dominato dal trading spinto. ORE 12.00 INDICI TORNANO SULLA PARITÀ. Milano prova un timido rialzo salendo dello 0,3%, si guarda a Wall Street, la volatilità resta alta. ORE 14.30 WALL STREET APRE POSITIVA MA EUROPA RESTA DEBOLE. A New York gli indici vedono il Dow Jones salire dello 0,57% a 10.871,91 punti, il Nasdaq avanza dell'1,97% a 2.404,54 punti. I listini europei però oscillano sulla parità. ORE 17.00 SPRINT FINALE EUROPA, WALL STREET ACCELERA. Le Borse del Vecchio Continente si muovono in rialzo e chiudono quasi tutte in positivo (Londra +1,98%, Milano +0,52%, Parigi +163%) incoraggiate dall'andamento positivo di New York dove il Nasdaq sale del 3%. A New York si attendono le decisioni della Federal Reserve che deve valutare mosse straordinarie in aiuto dell'economia.  

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