Wall Street trascina giù le Borse
Obama: restiamo un Paese da tripla A
Lunedì nero per le piazze finanziarie del Vecchio Continente che, sulla scia di Wall Street, registrano pesanti flessioni. Milano lascia sul terreno il 2,35% e fa meglio delle consorelle. Francoforte perde il 5,02%, Parigi chiude a -4,68%, male Londra (-3,39%), seduta da dimenticare per Amsterdam (-5,77%) e per Atene (-5,84%). In rosso anche Lisbona a -3,13% e Madrid (-2,44%) dopo il via libera della Bce a comprare i titoli di Stato di Roma e della capitale spagnola. Un intervento per arginare la speculazione, a cui si aggiunge l'invito di Francia e Germania al governo italiano e spagnolo di accelerare le riforme, prima fra tutte quella del pareggio di bilancio. L'impegno dei sette Grandi non basta a frenare la corsa al ribasso, complice l'andamento negativo di Wall Street che sconta la decisione dell'agenzia Standard & Poor's di declassare il rating sovrano. Per la prima volta gli Stati Uniti perdono la tripla A e si preparano a fare i conti con una difficile giornata di borsa, segnata dalle vendite. Prima dell'apertura il contratto sull'S&P 500 segna una flessione di oltre due punti percentuali, un indicatore che finisce col pesare sugli indici europei. La seduta parte bene con il Ftse Mib che registra un progresso di oltre il 4%, poi Milano e gli altri indici finiscono per annullare i guadagni al giro di boa, prima di accelerare al ribasso in vista della chiusura. Alle 19 l'indice Dow Jones lascia sul terreno il 2,72% dopo aver superato una flessione di oltre il 35, fa peggio il Nasdaq a -3,72%. A caratterizzare i mercati, anche oggi, è la volatilità che rimane molto elevata, con una strenua lotta tra rialzisti e ribassisti. Volumi molto consistenti, con 4,04 miliardi di euro di controvalore. Lo spread fra il Bund tedesco e i Btp è attualmente di 302 punti, dopo il record negativo di oltre 400 punti registrato venerdì scorso e i 366 punti segnati in apertura. Tonfo per la galassia Agnelli, male Pirelli, contrastati i bancari con Banco Popolare maglia rosa del listino principale. L'Europa brucia 197 miliardi Un'altra giornata da dimenticare per le Borse europee, una delle peggiori dall'avvio della crisi: l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha ceduto il 4,14%, uno scivolone che si traduce in oltre 197 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. Bruxelles sottolinea che "Italia e Spagna non hanno alcun bisogno di piani di salvataggio", aggiungendo che le misure prese dal governo Berlusconi, "siano sufficienti per rassicurare i mercati e riportare la stabilità finanziari". "Tutti i messaggi emersi nel corso del fine settimana dalle diverse autorita' e istituzioni sovranazionali vanno nella stessa direzione e inviano un forte messaggio di fiducia ai mercati e ai loro protagonosti", ha dichiarato il portavoce della Commissione Olivier Bailly. La seconda buona notizia riguarda l'andamento dei titoli di Stato: lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi oscilla sopra e sotto i 300 punti base, ma comunque a livelli ben inferiori rispetto a quelli toccati la settimana scorsa. Nei fatti la Bce ha già iniziato a comprare titoli del debito pubblico italiani e spagnoli. Il differenziale Btp/Bund, che venerdì era volato sopra 400 punti, è sceso stamane a un minimo di giornata di 284 punti. La forbice tra i titoli decennali spagnoli e quelli tedeschi è calata a 282 punti. Sull'altra sponda dell'Oceano, si registra la presa di posizione dell'agenzia Moody's: non taglia il rating a tripla A sul debito sovrano Usa, ma minaccia un downgrade prima del 2013 se il bilancio e le stime economiche dovessero indebolirsi ancora. Moody's è comunque ottimista e vede un potenziale accordo sulla riduzione del deficit a Washington prima di quella scadenza. Wall Street DJ perde oltre 630 punti sotto quota 11.000 E' stata una giornata frenetica a Wall Street che reagiva al taglio del rating impeccabile (Aaa) degli Stati Uniti, apportato dall'agenzia Standard&Poor's lo scorso venerdì. I listini della borsa sono crollati. Il Dow Jones ha perso il 5,55 per cento, 634,34 punti e, per la prima volta dallo scorso novembre, è sceso sotto la soglia psicologica degli 11.000 punti, a 10.810,27 punti. Per il listino è stato il peggiore giorno singolo dal primo dicembre 2008 e le peggiori tre sedute consecutive dal 2008. Il Nasdaq e lo S&P 500 hanno ambedue perso oltre il 6 per cento. Il primo ha lasciato sul terreno il 6,90 per cento, 174,72 punti, a quota 2.357,69punti; il secondo è calato del 6,65 per cento, 79,81 punti, a quota 1.119,57. A nulla è servita la conferenza del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che, dopo aver taciuto per tutto il fine settimana, con toni decisi ha confutato il taglio del rating di S&P: "per i mercati restiamo un Paese da tripla A, lo siamo e lo saremo sempre". Durante il suo discorso, i listini che perdevano il 4 per cento, hanno accentuato il trend negativo e il Dow Jones è sceso al di sotto degli 11.000 punti. Tutte le blue chip hanno riportato perdite. Da segnalare il titolo di Bank of America che, dovrebbe essere citata in giudizio da American International Group (Aig) che cerca di ottenere un risarcimento sulle perdite causate da centinaia di titoli garantiti da ipoteca acquistati prima del crollo del mercato immobiliare statunitense, e ha lasciato sul terreno oltre 20 per cento. Anche la quotazione del greggio è crollata del 7,26 per cento, 6,31 dollari, a quota 80,57 dollari al barile. Mentre l'oro è cresciuto, superando quota 1.700 dollari l'oncia. Il lingotto ha guadagnato 63,80 dollari assestandosi a 1.712,60 dollari l'oncia. Il biglietto verde ha guadagnato rispetto a tutte le maggiori valute tranne lo yen. L'euro ha chiuso in calo dello 0,52 per cento a quota 1,4207 dollari. La sterlina ha perso invece lo 0,32 per cento a quota 1,6338 dollari. Mentre il franco svizzero ha lasciato l'1,64 per cento a quota 0,75 dollari.