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Borse in altalena Piazza Affari risale

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Un operatore di Borsa

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Le Borse europee tornano a sprofondare, in una nuova seduta di altissima tensione in cui le ondate di vendite da panico sono tornate a prendere il sopravvento sui tentativi di rimbalzo visti in apertura. Il tutto dopo che ieri Wall Street ha registrato cadute a precipizio, con la peggiore seduta fin dalla fine del 2008: nel Vecchio Continente le cose non vanno meglio la tedesca Francoforte è arrivata a cedere oltre il 6 per cento, per poi segnare un meno 5,35 per cento a tarda mattina, Londra crolla del 3,86 per cento, Parigi del 3,21 per cento. Anche a Milano, dove in avvio si erano visto tentativi di rialzo che avevano sfiorato i due punti percentuali, l'allarmismo prende il sopravvento e il Ftse-Mib cade del 2,52 per cento. Sul mercato europeo l'indice FtsEurofirst 300 scivola del 3,56 per cento, e dal 22 luglio scorso ha perso un complessivo 20 per cento. Poco mosso invece l'euro a 1,4222 dollari. Se non altro sull'Italia prosegue l'apparente attenuazione delle tensioni e dei rendimenti sui titoli di Stato, che hanno registrato un netto ripiegamento ieri tra crescenti attese di un intervento calmierante anche sui bond di Italia e Spagna da parte della Bce. Su queste emissioni le tensioni si evenidenziano appunto sui livelli dei rendimenti, che sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: se questo viene abbassato da vendite i tassi retributivi ne risultano aumentati, e viceversa. A tarda mattina i rendimenti sui Btp decennali si attenuano al 5,19 per cento (venerdì scorso avevano raggiunto un record del 6,40 per cento) e il differenziale, o spread sui Bund della Germania - presi a riferimento per la loro solidità - si ridimensiona a 289 punti base, secondo i dati Tradeweb (venerdì lo spread aveva toccato un record a 413 punti base). Sui mercati azionari però è caduta a precipizio, in una nervosissima attesa degli esiti della riunione del direttorio della Federal Reserve, la banca centrale americana. Mentre sale la paura di una ricaduta in recessione degli Stati Uniti, e di un pesante rallentamento, vedi arresto, o peggio, di tutta la ripresa globale, salgono anche le aspettative di una nuova tornata di acquisti di titoli finanziari da parte della Fed. Un Quantitative Easing III, finanziato mediante l'emissione di nuova moneta. Ieri il Dow Jones ha chiuso crollando di oltre 600 punti, un meno 5,55 per cento, e nemmeno oggi sembrano profilarsi stabilizzazioni: a oltre quattro ore dall'avvio di seduta oltre Atlantico, i contratti futures sul DJ calano dell'1,11 per cento, i futures sul Nasdaq del 1,03 per cento. A New York il barile di petrolio è precipitato fin sotto gli 80 dollari: a quota 77 il Wti, mentre a Londra il barile di Brent è ridisceso a 100 dollari. Sale soltanto l'oro, il bene rifugio per eccellenza che ha stabilito un nuovo ennesimo record a 1.772 dollari l'oncia. PIAZZA AFFARI VIRA E RISALE Piazza Affari riduce le perdite. Il Ftse Mib segna un ribasso dello 0,20% a 15.608 punti, ma fallisce il rimbalzo. I future statunitensi indicano una possibile apertura al rialzo, dopo il tonfo di ieri di Wall Street. Lima le perdite anche l'All Share (-0,47%) a 16.236 punti, mentre l'indice Star cede l'1,21% a 9.446 punti. BORSE EUROPEE TENTANO IL RECUPERO Dopo l'apertura in nuovo calo e una mattinata tutta all'insegna della volatilità, le principali Borse europee provano a invertire la rotta tentando il recupero. Francoforte resta la peggiore con un calo dell'1,65%, dopo aver fatto segnare un pesante ribasso di oltre 5 punti percentuali. Londra, dopo essere scesa fino a oltre il 4%, segna ora un calo dello 0,99%. Parigi torna positiva con un +0,67%, così come Madrid che guadagna lo 0,39%. Piazza Affari in altalena; dopo un avvio positivo, ha cambiato subito rotta cedendo anche 3 punti. Poi, complici alcuni dati positivi come quello sulle spread sotto quota 280 punti, è tornata in positivo fino a un +1,34%, mentre ora si attesta a circa +0,57. Intanto il prezzo dell'oro raggiunge quota 1.780 dollari l'oncia, mentre il petrolio è a 78 dollari il barile. IN ROSSO ANCHE LE PIAZZE ARABE L'ondata di panico sui mercati non risparmia le piazze arabe. La borsa di Riad, la maggiore dell'area per capitalizzazione, ha aperto con un calo del 4,27%. Intanto si registra un nuovo record dell'oro dopo il taglio del rating agli Usa da parte di Standard & Poor's. Il metallo prezioso con consegna a dicembre ha raggiunto quota 1.764 dollari l'oncia sul mercato di New York, guadagnando il 3%. Il prezzo del greggio scende sotto gli 80 dollari al barile in Asia. Il Wti con consegna a settembre cede il 3,25% a 78,67 dollari mentre il Brent, sempre con consegna a settembre, arretra dell'1,97% a 101,7 dollari. ASIA AFFONDA Non si spezza il circolo vizioso e in Asia la giornata dei mercati ricomincia sprofondando un pò di più. In due settimane sono stati cancellati dalle Borse 7.800 miliardi dollari. Il bilancio della seduta poteva essere peggiore ma sul finale alcuni indici come Tokyo e Taiwan sono riusciti a recuperare o almeno a limitare le perdite. Sidney addirittura rimbalza sulla scia delle azioni del governo di Taiwan e della Corea del Sud per limitare il declino, comprando loro stessi azioni attraverso dei fondi. «Il mondo è davvero peggiorato del 10, 12, 15 per cento nelle ultime 48 ore? Io non la penso così - afferma il miliardario Wilbur Ross - comprando a questi prezzi in un paio d'anni si rivelerà un'esperienza unica e gratificante». Ora l'attesa è tutta per la riunione della Fed da cui in molti si attendono, o sperano, aiuti di stimolo. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse di Asia e Pacifico. Tokyo -1,68%; Hong Kong -3,28%; Shanghai +0,40%; Taiwan -0,79%; Seul -3,64%; Sidney +1,22; Mumbai -0,79%; Bangkok -2,45%; Giakarta -2,67%. CROLLA WALL STREET "I mercati possono salire e scendere. Ma questi sono gli Stati Uniti d'America. Non importa quello che può dire un'agenzia di rating, noi siamo sempre stati e saremo sempre un Paese da tripla A". Con queste parole il presidente Barack Obama ha parlato ieri sera dalla Casa Bianca alla nazione e ai mercati, per cercare di rassicurare gli umori interni e internazionali. Ma Wall Street non lo ha ascoltato. Dopo aver aperto in negativo, gli indici della Borsa americana hanno continuato a perdere per tutta la giornata, chiudendo ancora peggio: Dow Jones -5,55%, Nasdaq -6,90%, Standard&Poor's 6,66%. Fermandosi a 10.810, è la prima volta che il Dow Jones chiude le contrattazioni sotto gli 11.000 punti da novembre scorso. Ma il dato di ieri rappresenta anche la peggiore perdita dal dicembre 2008. OBAMA CHIAMA BERLUSCONI Il presidente Barack Obama promuove le misure aggiuntive decise dall'Italia. In una telefonata con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Obama esprime apprezzamento per le misure decise per "affrontare le sfide economiche immediate e migliorare la competitività". Obama con Berlusconi ha discusso gli sviluppi della crisi dell'area Euro. Il presidente americano si è sentito anche con lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Le misure dell'Italia hanno incassato l'appoggio anche della Banca Centrale Europea (Bce) e del G7. "Le tensioni sperimentate da Italia e Spagna non riflettono e non cambiano le fondamentali garanzie. Accogliamo favorevolmente le ulteriori misure annunciate da Italia e Spagna per rafforzare la disciplina fiscale e sostenere la ripresa dell'attività economica e la creazione dell'occupazione" ha affermato il G7. La riunione del G7, in conference call, è seguita a quella straordinaria del consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), che ha dato luce verde al piano di acquisti di bond. La Bce ha promosso le misure aggiuntive decise dall'Italia e dalla Spagna e chiesto che siano attuate subito. Al termine della riunione straordinaria del Consiglio direttivo, l'Eurotower ha annunciato: "Interverremo attivamente sul programma sui titoli di Stato (l'acquisto di titoli sul mercato secondario, ndr)". Il consiglio direttivo della Bce "accoglie favorevolmente gli annunci fatti dai governi di Italia e Spagna rispetto alle nuove misure e - si legge in una nota - alle riforme nei settori del bilancio e delle politiche strutturali". Il Consiglio considera "una decisiva e veloce attuazione da parte dei due governi come essenziale per aumentare sostanzialmente la competitività e flessibilità delle loro economie e ridurre rapidamente i deficit pubblici".

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