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Mercati ancora sotto pressione

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È stata l'ennesima giornata di passione per Piazza Affari che però nel finale, a pochi minuti dall'atteso discorso alle Camere del premier Berlusconi che verrà giudicato oggi dai mercati, è riuscita a limitare le perdite a -1,54%. Il calo, per questa volta, appare quasi marginale rispetto alle flessioni ben più marcate registrate a Parigi, a Londra e a Francoforte, dove ha pesato come un macigno lo spettro di una possibile recessione negli Stati Uniti. Sui mercati serpeggia il timore che il piano Usa di tagli alla spesa potrebbe portare a un nuovo periodo di contrazione della più importante economia mondiale, con inevitabili effetti a catena nel resto del mondo. Prospettive tutt'altro che rosee alle quali si aggiunge anche l'atteggiamento delle agenzie di rating che, come dimostra l'annuncio arrivato da Moody's su un downgrade dell'outlook, potrebbero presto declassare anche il giudizio sugli Usa. Londra, la piazza finanziaria più legata a quella d'oltreoceano, ha così archiviato la giornata con un calo del 2,34%, Francoforte del 2,3%, Parigi dell'1,93%. Per Milano i danni sono stati invece limitati, almeno nelle ultime battute, con le banche leader agli antipodi (Unicredit +1,77% e Intesa -2,76%). Per i titoli di Stato nei primi scambi è scattato il nuovo record dello spread Btp-Bund, ma anche dei titoli di Francia e Belgio. Poi l'allarme è rientrato. Il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund a 10 anni, che misura il grado del rischio Paese avvertito dal mercato, si è allargato fino a 390 punti base, poi nel pomeriggio si è ristretto a 368 punti. Il premio di rendimento è arrivato a poca distanza dai 400 punti dei Bonos spagnoli. Il tasso del Btp decennale è salito al 6,25%, vicino alla soglia-limite del 6,5-7%, oltre la quale i costi di finanziamento diventano insostenibili con l'attuale crescita economica del Paese. Sotto pressione anche i bond della Francia: il premio di rischio ha raggiunto il record dall'ingresso dell'euro superando quota 79 punti, mentre il Belgio è ai massimi a 209 punti. A placare i mercati non sono bastate nemmeno le parole del presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker che incontrando Tremonti ha rassicurato sui problemi dell'Eurozona. Il ministro dell'Economia ieri è volato in Lussemburgo per incassare la doppia approvazione di Juncker e del Commissario Ue all'Economia Olli Rehn. «Piena fiducia» nelle misure prese dal governo italiano sul fronte del consolidamento del bilancio, è il messaggio unanime dell'Europa. Il commissario Rehn lo ha ribadito a Tremonti in una conversazione telefonica avvenuta ieri mattina, proprio mentre il ministro stava incontrando il presidente Juncker a casa sua, in Lussemburgo. E mentre Rehn rassicurava Tremonti anche sul fronte della crescita («state facendo quanto necessario per rimettere il Paese sulla strada giusta»), Juncker gli ricordava che l'Italia non è sola, perchè gli sviluppi della crisi dei debiti saranno al centro di una costante riflessione comune tra tutti Paesi dell'eurozona.

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