Piazza Affari prova a ripartire
Ilmancato accordo sul debito Usa e lo spettro del default con le società di rating pronte al declassamento della più grande economia globale, continuano a tenere sotto pressione i mercati. Seduta a due velocità per le principali borse Europee, frenate in parte dai risultati deludenti di alcuni gruppi del calibro di Volkswagen, Credit Suisse ed Alcatel. Complessivamente i listini hanno ignorato il buon andamento di Wall Street, ma non sono mancate alcune eccezioni come Londra e Milano. Proprio sulla piazza milanese, a parte il caso Finmeccanica, sono state le semestrali a risvegliare il listino, che ha beneficiato sul finale anche della riduzione del differenziale tra Btp e Bund tedesco, che dopo essere schizzato a 337 punti è sul finale sceso a quota 319. Piazza Affari ha chiuso in positivo (l'indice Ftse Mib a +0,34%, All Share +0,32%) dopo una giornata molto nervosa segnata dall'ansiogena attesa dei risultati di una nuova asta di titoli di Stato, e le indiscrezioni di stampa, poi smentite, su ipotetiche dimissioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Quelli di ieri erano gli ultimi collocamenti di titoli di Stato prima di una pausa che durerà tutto agosto. Ancora una volta le tensioni sull'obbligazionario hanno messo sotto stress la Borsa, ma a pesare è stato anche il crollo di Finmeccanica, che a seguito di risultati di bilancio deludenti e revisioni al ribasso delle attese è arrivata a perdere fino al 17% ed è stata sospesa dagli scambi. Dopo il risultato dei collocamenti delle aste dei titoli di Stato, che però hanno segnato nuove tensioni sui rendimenti, gli indici hanno iniziato a risalire la china, spinti dai segnali incoraggianti che sono giunti dalle trimestrali delle grandi società. Hanno inciso positivamente anche i dati provenienti dagli Stati Uniti del calo dei sussidi di disoccupazione e dell'aumento delle vendite di case. Se mercoledì i titoli bancari avevano guidato i ribassi, ieri hanno trainato i recuperi: Mediolanum ha chiuso a +9,80%, Intesa Sanpaolo +3,18, Unicredit +2,86%, Popolare di Milano +2,18% e Mediobanca +2,16%. Il ministro Tremonti ha spiegato che gli attacchi speculativi «sono una questione europea. Ovvero la fiducia in una moneta che è basata su un mercato comune, ma anche su 17 Governi, 17 parlamenti e 17 opinioni politiche». Per il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli la fibrillazione nelle Borse indica che gli investitori «vogliono capire se le decisioni prese dai capi di Stato e di governo a Bruxelles nei giorni scorsi, hanno una tempistica accelerata».