Tassati e affondati Manovra bocciata

La speculazione non si è saziata. Non convinta da una manovra che, sebbene approvata in tempi record dal Parlamento, rischia di perdere pezzi per strada, come il caso dei ticket sanitari ha dimostrato. Nessuna apertura di credito dunque dagli operatori internazionali: Milano è stata la peggiore piazza borsistica d'Europa. Ha lasciato sul campo il 3,06% del suo valore e ha trascinato a fondo anche le altre piazze del Vecchio Continente: Londra e Francoforte hanno ceduto entrambe l'1,55%, Parigi il 2,04%, Madrid l'1,44%. I listini europei hanno bruciato complessivamente 91,2 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola seduta. E dire che alla vigilia le speranze erano ben diverse. Le banche italiane erano passate indenni dagli stress test europei per verificare la solidità patrimoniale nel caso dell'acuirsi della crisi. Niente da fare. I titoli finanziari sono stati proprio quelli più colpiti dalle vendite con cali che in alcuni momenti hanno sfiorato le due cifre percentuali. Stessa evoluzione per l'altro versante della crisi quello dello spread, cioè la differenza tra il rendimento del Buono del tesoro poliennale e l'omologo tedesco: il Bund. La forbice tra i due valori si è impennata di nuovo a 337 punti base, a sole dieci lunghezze dal record storico di 347 punti. Il tasso di rendimento del Btp a 10 anni è salito al 6% (poi si è assestato al 5,97%) una soglia psicologica importante, e connotata da fattori fortemente negativi. Se il tasso riconosciuto sugli stessi titoli arrivasse al 7%, secondo i calcoli della banca d'affari Usa Goldman Sachs, la manovra non sarebbe sufficiente a far raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. Ergo, il debito comincerebbe a crescere e sarebbero necessari nuovi salassi. Leggi tasse e sacrifici, conditi da vendite degli ultimi gioielli aziendali italiani, molti dei quali ormai con una capitalizzazione di Borse inferiore all'effettivo valore patrimoniale. Che il momento non sia dei migliori un po' per tutta l'Europa è il corso della moneta unica. Forse l'unico vero obiettivo della speculazione internazionale con l'Italia usata solo come grimaldello per scardinarne le fondamenta. La paura di un attacco all'euro è dimostrata dalla fuga verso la moneta storica di rifugio nella zona europea. Il conio Ue è andato a picco contro la valuta elvetica, toccando il minimo storico a 1,1374 franchi ed è precipitato a 1,4060 dollari da 1,4152 di venerdì scorso nei confronti del biglietto verde. Non solo. Nel bel mezzo di una giornata da dimenticare sul mercato azionario ci si è messo anche il black out tecnico a Piazza Affari. Una fatalità sul quale però qualche sospetto è assolutamente lecito. Lo stop non ha riguardato il mercato azionario, ma ha coinvolto strumenti finanziari più sofisticati come i 4.260 titoli, quotati sul Mot, il liquido mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato, toccando anche diversi Btp, Bot e Cct. Una vicenda sulla quale la Consob, l'organo di vigilanza finanziaria, ha avviato accertamenti. Si tratta di una debacle tecnica che segue alcuni stop improvvisi da quando la piattaforma di negoziazione dei titoli è diventata unica per la fusione della borsa di Milano con quella di Londra. Oltre al Mot, gli strumenti fermati per ragioni tecniche da Borsa Italiana, sono quelli quotati sull'Etf, il mercato per i fondi scambiati continuamente. Lo stop ha poi toccato i titoli quotati sul Sedex (mercato dei Securitised derivates), dove sono trattati covered warrant e certificates strumenti sofisticati di risparmio ma comunque ben presenti nei portafogli dei risparmiatori più evoluti. Resta l'amaro in bocca perché a parte fornire il dettaglio dei titoli tolti dagli scambi la Borsa non ha dato ulteriori indicazioni sulle ragioni che hanno causato il blocco. Si riparte oggi, forse. Intanto pesano come un macigno gli stop and go dell'Ue sul salvataggio della Grecia. Il mercato guarda con scetticismo al Summit straordinario dei 17 paesi dell'Eurozona di giovedì prossimo, ultima spiaggia per trovare una soluzione definitiva alla crisi del debito di Atene. E sempre giovedì ci sarà un test fondamentale per la tenuta dell'Eurozona. Il Tesoro spagnolo collocherà sul mercato bond a 10 e 15 anni per un ammontare compreso tra 1,75 e 2,75 miliardi di euro. La febbre non accenna a placarsi. Gli attacchi speculativi hanno spinto anche le procure ad accendere un faro sulle contrattazioni finanziarie in Italia. Il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha già acquisito materiale dalla Consob. Nel mirino Moody's e S&P - ma anche eventuali altri speculatori non ancora identificati - per ipotesi di reato di Insider Trading e Market Abuse previsti dal nuovo testo unico finanziario. Trani non sarebbe comunque la sola procura ad indagare. Anche Roma e Milano hanno aperto un fascicolo anche se al momento non ci sono indagati e non sono ipotizzati reati.