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Piazza Affari maglia nera

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Leincognite sul tetto del debito Usa, il calo di Wall Street a causa della flessione degli ordini dei beni durevoli mentre gli analisti avevano pronosticato una crescita, hanno seminato ancora il panico sui mercati con la speculazione che è tornata a fare da padrona. Uno scenario aggravato a fine giornata, a mercati chiusi, dall'ennesimo downgrade del debito greco da parte dell'agenzia Standard & Poor's. Tutti i listini europei hanno subito pesanti perdite (Londra -1,23%; Parigi -1,42%; Francoforte -1,32%; Madrid -1,93%) ma a fare peggio è stata Piazza Affari. A Milano l'indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 2,81% a 18.494 punti, dopo aver superato la soglia del 3%. A fare da traino al ribasso sono stati, soprattutto, i titoli bancari, con l'indice di riferimento che ha perso il 4,50% e gli assicurativi. Fonsai, maglia nera del paniere, ha chiuso in calo del 5,81% a 1,864 euro per azione, seguito da Ubi Banca che ha lasciato sul terreno il 5,68% a 3,254 euro. Tonfo anche per Intesa Sanpaolo con -5,13% a 1,571 euro e Unicredit -4,30% a 1,224 euro. Segni negativi importanti proprio alla vigilia della presentazione delle semestrali attese per la prossima settimana. In soli sei mesi l'indice del settore bancario a Piazza Affari ha perso il 31% contro un calo del 16% dell'indice principale di Milano. Su Piazza Affari ha pesato anche la decisione di Deutsche Bank, a cui il Financial Times ha dato molto risalto, di ridurre dell'88% l'esposizione netta al debito governativo italiano nel primo semestre dell'anno. L'impatto si è fatto sentire oltre che sui titoli bancari anche sui titoli del debito. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è balzato a 313 punti base, in rialzo rispetto ai 285 punti di martedì. Il rendimento dei decennali italiani è risalito così oltre il 5,7% mentre il rendimento dei Bund di pari durata è sceso al 2,64%. La difficoltà del mercato è stata anche confermata dal fatto che le banche specialiste hanno deciso di non sottoscrivere nemmeno un euro degli 1,5 miliardi offerti loro dal Tesoro nelle riaperture dei Bot e Ctz all'asta martedì. E oggi c'è un'altra giornata delicata per il Tesoro che collocherà Btp e Cct per 8,5 miliardi. Non va meglio per gli altri Paesi deboli dell'Europa. Forti vendite toccano la Spagna (spread a 330), il Portogallo ((42), l'Irlanda (929). Non hanno certo giovato ai mercati le dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco, contrario all'ipotesi di lasciare libertà di manovra al fondo salva Stati in merito all'acquisto di bond governativi. La situazione è seguita con attenzione anche dal Quirinale. Ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto il direttore generale del Tesoro e presidente del Comitato economico e finanziario europeo Vittorio Grilli ed è probabile che abbiano fatto una ricognizione sulla situazione dei conti pubblici alla luce delle turbolenze sui titoli del debito. Intanto l'oro brucia un record dietro l'altro. Viene utilizzato dagli ivestitori per mettersi al sicuro dalle turbolenze che coinvolgono i vari segmenti della finanza, dai saliscendi delle Borse alle fluttuazioni dei cambi valutaria, alle tensioni sui titoli di Stato. L'oncia è arrivata a toccare 1.628,8 dollari.

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