Mediobanca mette un tetto all'età
Primail cda e poi il Patto di sindacato hanno riscritto alcune norme chiave dello statuto, che saranno ora sottoposte all'assemblea del 28 ottobre, imprimendo un'accelerazione al processo di restyling del sistema Mediobanca. Due le indicazioni di fondo: un tetto all'età dei vertici, e più potere al management, con un passo indietro dei grandi soci e uno avanti per gli amministratori indipendenti. Le modifiche incidono, innanzitutto, sulla composizione dello stesso board. Sale da due a quattro il numero minimo dei consiglieri di amministrazione in possesso dei requisiti di indipendenza. Cambia, poi, come previsto dalle indiscrezioni della vigilia, l'assetto del comitato nomine, centro del potere che Mediobanca esercita sulle partecipate strategiche su cui ha influenza diretta nelle procedura di nomina dei vertici, Generali, Rcs e Telco. Sarà composto da cinque consiglieri (attualmente sei), di cui due consiglieri indipendenti oltre ai membri di diritto (presidente, amministratore delegato e direttore generale), e sarà integrato da altri due consiglieri indipendenti (attualmente uno) per le proposte di nomina degli organi sociali dell'istituto. È su questo piano che si consuma il passo indietro dei soci forti, che lasciano il campo libero alle decisioni del management. Finisce, di fatto, la lottizzazione del comitato secondo la rigida suddivisione che vedeva un rappresentante per ognuno dei tre gruppi di soci rappresentati nel patto, quelli bancari, quelli industriali e quelli internazionali. Altra svolta epocale quella che introduce un limite di età per la partecipazione al cda (75 anni) e, soprattutto, per il presidente (70 anni), per l'ad (65 anni) e per il direttore generale (65 anni). Linea verde, dunque, che sarà prevista anche per Statuto, formalizzando quello che è già realtà nella composizione del management: l'ad Alberto Nagel ha 46 anni, il presidente Renato Pagliaro 54, il direttore generale Francesco Saverio Vinci 49. Le altre modifiche proposte dal cda prevedono poi la possibilità che il Comitato per le Remunerazioni sia composto da cinque a sette consiglieri (attualmente sette); la facoltà di ampliare fino a cinque (attualmente tre) il numero dei componenti il Comitato per il Controllo interno. L'Assemblea dei Partecipanti al Patto di Sindacato ha poi condiviso le proposte di modifiche statutarie approvate dal cda, deliberando all'unanimità ulteriori adeguamenti. In attesa delle decisioni definitive sulle conferme, ed eventuali disdette delle quote sindacate entro il 30 settembre, che saranno comunque oggetto di una nuova riunione dopo l'estate, il Patto prepara l'uscita, ormai annunciata, del Santander. I soci forti mettono nero su bianco che qualora Santusa Holding notifichi la disdetta al Patto e affidi a Mediobanca l'incarico di procedere alla vendita delle proprie 15.835.709 azioni, Groupama avrà la facoltà di apportare al Patto le proprie 15.774.693 azioni attualmente non vincolate. In sostanza, il socio francese potrà apportare al Patto tutta la sua quota del 4,93%. Per quanto riguarda la composizione del cda, poi, ogni gruppo di soci del patto includerà nella lista per la nomina del Consiglio due candidati aventi i requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina (precedentemente uno). Puntualizzata, infine, anche una norma che consente ai partecipanti al patto che rivestano la qualifica di intermediari finanziari di detenere azioni Mediobanca in eccedenza ai limiti stabiliti dall'accordo a fini di trading o per effetto di operazioni poste in essere con la clientela o sul mercato.