Il rischio Usa fa paura
Lasettimana sui mercati si è aperta all'insegna della paura. Una nuova ondata di vendite si è abbattuta sui listi di tutta Europa trascinati al ribasso dal timore di un default Usa e da quello non meno preoccupante della Grecia. Il mancato accordo sul tetto del debito degli Stati Uniti, il duro braccio di ferro tra il presidente Obama e i Repubblicani e la minaccia di un declassamento, hanno fatto da detonatore per la speculazione. Alla preoccupazione che la prima economia globale finisca insolvente sui pagamenti si è aggiunto, con un effetto moltiplicatore, il taglio del rating della Grecia da parte di Moody's. Ora Atene è a un passo dal default anzi Moody's è stata più categorica e ha detto che «la Grecia è virtualmente al 100% in default». L'agenzia riconosce che il muovo pacchetto di salvataggio definito dai leader europei renderà più facile per Atene ridurre il suo debito, ma insiste che la Grecia continua ad affrontare una situazione di insolvenza a medio termine e ha significativi rischi nell'applicazione delle misure anti-deficit. Lo stock del debito greco, secondo Moody's, «resterà per molti anni sopra al 100% del Pil e dovrà far fronte a molto significativi rischi di implementazione delle riforme del bilancio ed economiche». Il rischio Usa è comunque dominante tant'è che l'andamento ribassista è stato guidato dalle Borse della Cina, il maggior detentore estero di titoli del Tesoro americano con Shanghai che ha perso il 2,96%. In Europa il colpo peggiore l'ha accusato Piazza Affari (-2,48%) con i titoli bancari più volte sospesi al ribasso nel corso della seduta. Peggior titolo è stato quello di Intesa SanPaolo (-8,33% a 1,60 euro), al fianco di Bpm (-8,32% a 1,54 euro) e del Banco Popolare (-8,07% a 1,42 euro). In rosso anche Mps (-7,62% a 0,50 euro) e UniCredit (-7,03% a 1,22 euro). A limitare i danni sul saldo di fine seduta, la galassia Fiat, con il titolo del Lingotto che è salito dell'1,35% a 7,50 euro, mentre ha fatto meglio Fiat Industrial (+5,4% a 9,47 euro). La paura del default ha avuto impatto anche sui titoli del debito. Si è riallargato il differenziale di rendimento, lo spread, rispetto ai Bund della Germania, a 284 punti base. Materialmente significa che le dinamiche di domanda e offerta fanno sì che ai Btp italiani venga richiesta una maggiorazione come premio di rischio di 2,84 punti percentuali, in termini di rendimento in più rispetto agli equivalenti tedeschi. Intanto il ministero dell'Economia ha fatto sapere che «considerata l'ampia disponibilità di cassa e le attuali ridotte esigenze di finanziamento, non effettuerà le aste dei titoli a medio-lungo termine di metà agosto». L'asta del bot annuale, invece, si terrà regolarmente. Nel frattempo, l'oro vola a New York, sulla scia dell'impasse sull'aumento del tetto del debito che innesca la corsa degli investitori ai beni rifugio per ripararsi da una possibile crisi. Le quotazioni dell'oro sono salite dello 0,9% a 1.616,50 dollari l'oncia.