Confedilizia non teme la manovra
CamillaConti L'allarme è stato lanciato da Lef, l'associazione per la legalità e l'equità fiscale: le tasse sugli immobili cresceranno. A partire dall'Irpef che tornerà a mordere l'abitazione principale. La «clausola di salvaguardia» contenuta nella manovra da 48 miliardi varata nei giorni scorsi prevede infatti un taglio delle agevolazioni fiscali, detrazioni e deduzioni, del 5% nel 2013 e fino al 20% nel 2014. E tra le agevolazioni, una delle più in vista è proprio la deduzione integrale della rendita catastale dell'«unità immobiliare adibita ad abitazione principale», ovvero della prima casa, e delle relative pertinenze. Di conseguenza la rendita catastale (tariffa d'estimo della zona relativa per numero dei vani rivalutata del 5 per cento) attualmente non concorre a formare l'imponibile Irpef. Tutto ciò grazie ad una norma introdotta dal centrosinistra nel 2001. Ma le cose potrebbero cambiare. Con il taglio previsto per il biennio 2013-2014, al momento della compilazione della denuncia dei redditi i proprietari della casa di abitazione dovranno sommare al proprio imponibile Irpef anche il 20% del valore della propria casa, ovvero della rendita catastale. Nel mirino ci sono 24 milioni e 200 mila italiani. Il sogno di una no tax area in grado di proteggere la prima casa è destinato a infrangersi sulla manovra tremontiana? Secondo il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, si tratta di un allarme prematuro «perché se si va a leggere l'articolo 40 della manovra si capisce che l'impatto sull'Irpef non è automatico ma scatta solo se non si verificano alcune condizioni della manovra». La cosiddetta clausola di salvaguardia? «Intervenendo su circa 480 regimi di esenzione c'era la necessità di inserire una clausola di salvaguardia con la possibilità di diminuire i regimi se non verranno adottati altri provvedimenti sulla spesa nella somma stabilita. L'allarme mi sembra prematuro dunque perché subordinato a certe condizioni. Non solo. Nelle 480 agevolazioni è anche compresa la cedolare secca, non credo che il governo voglia annullare o ritoccare un provvedimento appena preso. Né che voglia fare marcia indietro sull'esonero dell'Ici prima casa. Anche perché l'elenco delle agevolazioni allegato alla manovra è stato messo insieme da commissioni istituite dal ministero. E una in particolare, di cui faceva parte anche Confedilizia, doveva individuare i regimi di esenzione in prospettiva di tagli selettivi e non lineari». Qual è il giudizio complessivo di Confedilizia sulla manovra? «Le nuove norme impattano indirettamente sulla casa che in quanto tale non si tocca. A meno che, ripeto, non si verifichino le condizioni previste dalla manovra. Anche i provvedimenti su affitti e mutui sono sempre nell'ambito di regimi agevolativi, non sono immediatamente operativi». Quali sono le condizioni attuali del mercato? «Il mercato è ancora rallentato perché si temono gli effetti del federalismo fiscale che non è stato contrattato con tutte le categorie ma solo con i tassatori, ovvero con i Comuni e gli enti locali. I veri sprechi si trovano lì, nelle grosse amministrazioni, dove la manovra cposì come prevista inizialmente poteva andare a incidere. Ma, pur essendo rimasto l'indirizzo di fondo, alla fine è stata attenuata nell'ultima versione». Cosa cambia per i proprietari immobiliari con il federalismo fiscale? «Il federalismo provinciale ci ha regalato una nuova imposta. Un'imposta di scopo, il cui regolamento attuativo sarà adottato in sede nazionale entro il 31 ottobre. Ora, l'imposta di scopo provinciale peggiora addirittura l'imposta di scopo municipale. Potrà infatti essere istituita, oltre che per il finanziamento di opere pubbliche, anche per particolari scopi istituzionali, un'espressione equivoca, in cui tutto può navigare. In sostanza, l'imposta di scopo provinciale potrà anzitutto servire a coprire l'intera spesa dell'opera pubblica, o dello scopo istituzionale, previsti. Si tratta di una nuova tassa che va ad aggiungersi ad altre gabelle provinciali che sono delle addizionali, in questo caso all'Ici. Con discutibili aspetti di costituzionalità. Non si capisce, infatti, perché a finanziare le opere pubbliche debba essere chi ha investito nel settore immobiliare. Che già dovranno fare i conti nel 2014 con la nuova Ici, ovvero l'Imu. «La stessa Imu è più pesante per le tre categorie catastali che pagano l'Ici prima casa. E così i contratti agevolati di locazione concordata non raggiungeranno le aliquote previste per l'Ici. E l'Imu porterà un aggravio anche sui contratti di locazione».