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L'Ue tratta per Atene. C'è in gioco l'euro

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Lapaura a volte è la migliore medicina per mettere tutti d'accordo quando la soluzione di un dossier non trova sbocchi. È quanto è accaduto anche ieri sullo sforzo comune per salvare la Grecia dal default. Secondo fonti del ministero dell'Economia italiano infatti si starebbero delineando «sviluppi positivi» nella messa a punto di soluzioni in vista del vertice europeo di oggi a Bruxelles. Quello convocato d'urgenza proprio per trovare una soluzione condivisa per mettere al sicuro definitivamente Atene e, di conseguenza, l'intera struttura dell'euro. Ieri è stata una giornata di continui contatti tra i ministri dell'Economia dei vari Paesi. E l'intensità del confronto è un segnale di un'evoluzione costruttiva. «Ci sono sviluppi positivi - hanno sottolineato gli stessi ambienti - nel disegno tecnico e politico di una piattaforma di intervento comune». Si tratta a oltranza, insomma, al punto che per non perdere l'occasione di mettere a punto una soluzione definitica il summit è stato spostato di un'ora rispetto alla previsione ufficiale. Non poteva essere altrimenti dopo il grido d'allarme accorato che ha lanciato ieri il presidente della Commissione Europea Manuel Barroso: «L'euro è uno dei nostri patrimoni» e per questo motivo occorre uno sforzo per la sua stabilità, altrimenti il giudizio della storia sarà duro». Non solo ma, ha aggiunto, i leader dell'Eurozona devono dare un segnale chiaro sulla crisi dell'euro, «altrimenti ci saranno conseguenze negative in tutti gli angoli dell'Europa e anche oltre». Nel frattempo la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno cercato di trovare una linea comune sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia, in un bilaterla tenuto ieri a Berlino, alla vigilia del verticeo. Il governo tedesco si è detto «molto fiducioso» sull'appuntamento di Bruxelles correggendo le prime dichiarazioni della Merkel che aveva smorzato le aspettative: «Quello che succederà giovedì a Bruxelles non porterà a una soluzione spettacolare». Non sono mancate le critiche. La Banca centrale europea ha ribadito il suo no alla partecipazione dei privati e attaccato duramente la politica, accusandola di essere confusa e inconcludente. Dagli Usa intanto arrivano notizie positive sul tema del debito. Lo Stato del Minnesota ha riaperto i battenti venti giorni dopo il default. Il governatore Mark Dayton ha firmato la legge di bilancio sulla quale democratici e repubblicani avevano raggiunto un accordo. Una soluzione che può avere conseguenze positive sull'accordo a livello federale sul deficit.

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