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La manovra è dolosa

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Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Spiace dirlo ma la manovra economica di Tremonti non è solo inadeguata, è dolosa. Un sospetto che lanciammo già alcuni anni fa da quando, cioè, fu varata la manovra dei 9 minuti e mezzo nel giugno del 2008. Una manovra chiaramente recessiva e incapace di contenere la spesa pubblica. Fummo facili profeti. Nel 2008 l'Italia fu l'unico Paese ad entrare in recessione (-1,1) a fronte di un Pil positivo in tutti i paesi dell'eurozona (+ 0,7) e l'anno successivo vide crescere la spesa corrente di ben 4 punti, più del doppio dell'inflazione con la riduzione degli investimenti pubblici. Insomma un mezzo disastro. Ma Tremonti non si contentò dei pessimi risultati e continuò una politica di bassa crescita che inevitabilmente faceva crescere il deficit e, cosa molto più importante, il debito accumulato. In maniera quasi ossessiva spiegammo che senza crescita non poteva esserci risanamento dei conti pubblici ma restammo inascoltati perché il vento conformista degli interessi forti aveva innalzato sugli scudi l'uomo dello scudo fiscale. Ecco perché diciamo che la manovra di oggi è dolosa tesa cioè a screditare l'intero governo nel disperato e dispettoso tentativo di togliere di mezzo Berlusconi. Il presidente del consiglio, a nostro giudizio, dovrebbe lasciare palazzo Chigi se davvero vuole salvare il suo partito, se stesso e il Paese. Ma questo obiettivo si deve e si può raggiungere con gli strumenti della politica, non certo minando la coesione sociale dell'intero Paese. Una manovra che dopo aver fatto pagare agli esportatori di capitali il 5% per regolarizzarli con lo scudo fiscale toglie lo stesso 5% ai pensionati con assegno superiore a poche migliaia di euro mensili lasciando inalterato ogni altro prelievo sui redditi maggiori non provenienti da pensioni è iniqua, profondamente iniqua. La manovra, infatti se la prende con i più deboli, con gli ammalati, con i pensionati appena appena benestanti indicati come i nuovi ricchi del Paese e naturalmente non calma i mercati e men che meno la speculazione perché non sollecita la ripresa economica e quindi non intacca il rapporto debito/Pil. Insomma o è una manovra stupida di un ministro non all'altezza della sfida o è dolosa. Tremonti è una persona intelligente ma la sua tenuta politica è modesta rispetto alle ambizioni che coltiva. Tutto ciò lo porta inevitabilmente a scivolare nel dispetto, nella logica del muoia Sansone con tutti i Filistei, una logica che è l'esatto contrario di quella che dovrebbe avere un uomo di Stato per il quale il Paese viene prima di se stesso e di ogni altro interesse. A noi dispiace per davvero scrivere giudizi di questo genere così come dispiace aver letto negli ultimi mesi cose meravigliose sulla politica economica di Tremonti. Sembrava che l'Europa intera ci invidiasse il ministro dell'Economia che nella sua cultura purtroppo non ha mai avuto un posto per riflettere su come rilanciare l'Economia italiana. Anche i "laudatores" di ieri forse dovrebbero trovare il coraggio di spiegare il proprio abbaglio degli ultimi tempi ma purtroppo aspetteremo invano. Se diciamo tutto ciò non è per avere una primogenitura nella critica al nostro ministro dell'Economia quanto, piuttosto per denunciare quel governo degli interessi che da troppo tempo, a destra come a sinistra, ha sostituito la politica nella guida dell'Italia. Non sappiamo se la politica avrà il coraggio e la forza di provvedere per tempo contrastando così la speculazione internazionale sul nostro debito sovrano. Se questo coraggio e questa forza non ci saranno avremo davanti tempi durissimi.

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