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Fiat congela gli investimenti

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LeonardoVentura Il mercato guarda con forte fiducia alla tappa di metà anno dei conti di Fiat, con gli analisti finanziari che prevedono un buon risultato (110 milioni di euro) per il secondo trimestre 2011 all'esame del Cda che si riunirà a Belo Horizonte in Brasile il 26 luglio (ed il giorno prima per Fiat Industrial). Riunione che potrebbe anche già prendere in esame la nuova organizzazione di vertice per Chrysler e Fiat, preannunciata dall'ad Sergio Marchionne. Secondo Automotive news, che riporta indiscrezioni da fonti sia da Torino che da Auburn Hills, Fiat potrebbe accelerare verso la creazione di quattro aree regionali (Europa, Nord America, Asia-Pacifico e America Latina) ognuna con un suo manager di riferimento; e creare uno steering committee di venticinque manager. Mentre resta alta l'attenzione sul futuro degli investimenti per gli stabilimenti italiani che il Lingotto considera «congelati» in attesa di una valutazione dell'impatto sul piano Fabbrica Italia della sentenza di Torino sul ricorso della Fiom. Con tempi legati all'attesa delle motivazioni della decisione di sabato scorso del giudice del lavoro. Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, la preoccupazione per il futuro degli investimenti in Italia è un falso problema, solo un inutile «tormentone»: perché gli investimenti sono «stati già fatti a Pomigliano, e in parte anche a Mirafiori, grazie agli accordi che sono stati riconosciuti non solo dai lavoratori, ma anche dal giudice». Quanto ai conti, il consensus di 21 analisti finanziari stima che Fiat spa chiuderà i conti del secondo trimestre del 2011 con un utile netto intorno ai 110 milioni di euro, la media di stime che oscillano da un minimo di 80 milioni ad un massimo di 160. È così atteso un buon risultato di metà anno dopo il primi tre mesi del 2011 (il primo dopo la scissione tra Fiat Spa e Fiat Industrial) che si erano chiusi con un utile netto di 37 milioni in crescita nel confronto con i 13 milioni del primo trimestre 2010. Per l'intero anno 2011 il consensus vede un utile netto intorno ai 570 milioni (con stime nella forchetta tra 475 e 765 milioni), con un ampio margine di miglioramento rispetto al target di 300 milioni del Lingotto.

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