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Le Borse tirano il fiato ma la speculazione incombe

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I mercati si prendono una pausa dopo le sberle di lunedì. Piazza Affari che aveva sofferto di più, ieri è rimbalzata con l'indice Ftse Mib a fine giornata in progresso dell'1,92% a 18.229 punti. Il listino è stato trascinato dai bancari tra i quali spiccano Unicredit in progresso del 4,68% a 1,168 euro e Intesa Sanpaolo salita del 4,32% a 1,544 euro. Milano è andata meglio delle altre piazze con Londra salita dello 0,65%, Francoforte dell'1,19% e Parigi dell'1,21%. Anche sul mercato obbligazionario la tensione s'è allentata. Lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi è sceso a 305 punti, dopo aver toccato lunedì quota 337. Analogo il trend per i Credit default swap, i derivati che coprono l'acquirente di una obbligazione dal rischio d'insolvenza di un emittente. I Cds sull'Italia, scambiati sulla piattaforma Markit, hanno registrato un prezzo di 314 punti base, cinque in meno della chiusura precedente. Ma non c'è posto per l'euforia. Lo spread Btp-Bund si ridimensiona ma rimane sopra i 300 punti base così pure sotto pressione restano i titoli di Stato di altri Paesi deboli. La Spagna ha dovuto pagare rendimenti decisamente più alti per piazzare oltre 4 miliardi di euro di titoli di Stato a breve: Madrid ha collocato sul mercato bond per 4,45 miliardi di euro a 12 e 18 mesi, poco sotto un obiettivo massimo di 4,5 miliardi, e sulla scadenza a un anno (3,7875 miliardi di euro) il tasso è salito al 3,702% dal 2,695% offerto nell'ultima asta di giugno. A pesare sull'andamento dei titoli di Stato è anche il perdurante contrasto tra Ue e Bce su come e in che termini coinvolgere le banche nel salvataggio di Atene senza innescare un default. Con questo scenario gli speculatori non fanno marcia indietro ma si sono solo presi una pausa in attesa del vertice straordinario di domani a Bruxelles sulla crisi della Grecia. Un vertice al quale non credono più di tanto. E non aiutano certo le dichiarazioni del Cancelliere Angela Merkel che non prevede risultati risolutivi per le difese alla zona euro. La conferma del clima di incertezza e scarsa fiducia nelle capacità e nelle possibilità dei big dell'Eurogruppo di trovare una via d'uscita alla crisi di Atene è nella corsa al rialzo delle quotazioni dell'oro. Gli investitori continuano a puntare su questo bene rifugio considerato un riparo dalla tempesta che imperversa sull'Europa, con la crisi dei debiti sovrani, e che incombe sugli Usa con lo stallo tra repubblicani e democratici sull'aumento del tetto del debito. Le tre agenzie di rating Standard & Poor's, Moody's e Fitch hanno minacciato di strappare a Washington la tripla A se il tetto del debito non sarà alzato per tempo per evitare un default, seppure di breve durata. Al mercato di New York il metallo giallo con consegna ad agosto ha segnato un nuovo massimo storico di 1.610,70 dollari l'oncia, in rialzo per la dodicesima seduta consecutiva. Mentre a Londra quello con consegna immediata è salito fino a 1.610,10 dollari l'oncia. Solo quest'anno l'oro vede un rialzo del 13% e in poco più di tre anni il suo prezzo è quasi triplicato. I bookmaker inglesi raccolgono già scommesse sulla prossima scalata a quota 1.700 dollari. Dunque la corsa al rialzo dell'oro sembra destinata a proseguire nei prossimi giorni. Il metallo prezioso sta trascinando anche l'argento, con le quotazioni ai massimi da maggio scorso a 40,865 dollari l'oncia. Quest'anno l'argento ha registrato un progresso del 31%. L'euro continua a dimostrare una buona capacità di tenuta riuscendo a chiudere sui mercati europei a ridosso di quota 1,42 dollari da 1,4113 degli ultimi scambi di ieri a New York. Domina quindi l'estrema incertezza anche se il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha assicurato che l'Italia, come altri Paesi del Sud Europa, è in grado di superare la crisi senza dover ricorrere ad aiuti esterni.

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