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Il giudice dà ragione a Fiat sui licenziamenti

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Nell'estatedel 2010, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli erano stati licenziati, con la contestazione da parte dell'azienda di aver sabotato la produzione durante uno sciopero interno, ed erano poi stati reintegrati dal giudice del lavoro. «Dopo circa un anno di istruttoria e ben 26 testimoni ascoltati, è stata appurata la verità materiale e giuridica e soprattutto che la Sata non ha mai posto in essere comportamenti persecutori e antisindacali nei confronti della Fiom-Cgil» ha detto uno dei legali della Fiat, Francesco Amendolito. «I licenziamenti del 2010 - ha spiegato l'avvocato - sono stati ritenuti legittimi e non integranti una condotta antisindacale, revocando quindi il decreto di reintegro emesso nell'agosto del 2010». «Noi non ci arrendiamo, il nostro è stato un licenziamento illegittimo» è stata la reazione dei tre operai mentre il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, ha sottolineato che «questa sentenza rischia di aprire un pericoloso precedente rispetto a quelli che sono i diritti dei lavoratori». Landini della Fiom ha annunciato che il sindacato presenterà ricorso. Per domani è invece attesa la sentenza sul ricorso presentato dalal Fiom contro la newco di Pomigliano. Il pronunciamento del giudice potrebbe avere conseguenze sulle prossime mosse dell'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che il 25 e 26 luglio ha convocato in Brasile i cda di Industrial e Spa sui conti del secondo trimestre 2011. D'altra parte neanche l'accordo su contratti e rappresentanza raggiunta da Confindustria e sindacati confederali offre una soluzione ai problemi posti dalla Fiat. L'intesa del 28 giugno non prevede, infatti, la retroattività e non è quindi estendibile agli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Si è detto che la soluzione potrebbe arrivare da un mini-intervento legislativo, ma il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha già chiarito che a chiederlo devono essere le parti sociali, mentre Cisl e Uil hanno più volte ribadito la loro contrarietà a invasioni di campo in materia contrattuale. La questione della possibile uscita della Fiat dal sistema confindustriale resta quindi aperta. Intanto secondo Goldman Sachs, il numero uno di Iveco, Alfredo Altavilla, potrebbe diventare il primo amministratore delegato di Fiat Industrial.

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