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Goldman Sachs spiega perché l'Italia è nel mirino

Goldman Sachs

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Perché la crisi ha colpito l'Italia? Se lo è chiesto Goldman Sachs, ponendosi anche altre nove domande. Per arrivare a una conclusione: l'incertezza sul nostro Paese rimane «elevata» e «anche se l'Italia è stata fino a poco fa isolata dalle preoccupazioni sul debito greco, alcuni fattori specifici italiani hanno probabilmente influito sul timing della recente ondata di vendite di mercato». La banca d'affari Usa ritiene, in particolare, che «la potenziale incapacità del governo a fare necessari tagli di bilancio ha aggiunto timori al peso delle misure di austerity». E che il processo di riforme «è rallentato» dall'ingorgo della politica. Che invece di litigare e alzare polveroni, dovrebbe leggere le dieci risposte di Goldman. Di Camilla Conti 1 Perché la crisi si è estesa all'Italia? Non è del tutto chiaro, così come non è chiaro perché la svendita è arrivata adesso. I rischi esterni all'Italia sembravano essere stato limitati con l'adozione del nuovo piano di austerità in Grecia e con la quinta tranche di aiuti per Atene decisi da Bruxelles. Tuttavia ciò è stato controbilanciato da una serie di fattori che probabilmente hanno inasprito il sentiment degli investitori: le preoccupazioni circa la mancanza di un accordo su un nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia e in particolare sul coinvolgimento del settore privato; la probabilità che le agenzie di rating possano considerare l'eventuale coinvolgimento dei privati nella ristrutturazione del debito greco come l'equivalente di un default selettivo; le continue resistenze della Bce al coinvolgimento del settore privato; il downgrade severo sul debito del Portogallo e le implicazioni sul futuro accesso al mercato. Sebbene l'Italia sia stata fino a poco fa isolata dalle preoccupazioni sul debito greco, alcuni fattori specifici italiani hanno probabilmente influito sul timing della recente ondata di vendite di mercato. La potenziale incapacità del governo a fare necessari tagli di bilancio ha aggiunto timori al peso delle misure di austerity. A monte, l'indice pmi di giugno è sceso sotto i 50 punti la scorsa settimana mentre la produzione industriale è scesa dello 0,6% a maggio. Una combinazione di questi fattori ha provocato l'allargamento dello spread fra il titolo di Stato decennale con il bund tedesco di 80 punti base fra venerdì 8 e lunedì 11 luglio. Gli spread restano elevati, al di sopra dei livelli dei primi anni Novanta quando le finanze pubbliche erano molto più in difficoltà. 2. Quale è l'ampiezza del piano di consolidamento fiscale in Italia? L'ultimo programma italiano di Stabilità imposta progetti ambiziosi per il medio termine. Se questo obiettivi vengono raggiunti il deficit del budget scenderebbe sotto il 3% nel 2012 e si avrebbe un pareggio nel 2014. Le dinamiche di debito associate alla stretta fiscale portano a un picco del rapporto debito/pil al 120% quest'anno che scenderà di 8 punti percentuali nei successivi tre anni. 3. A che livello i rendimenti italiani diventerebbero insostenibili? Rendimenti al 7% potrebbero diventare rischiosi. Se gli spread si allargheranno ancora e il debito verrà di conseguenza emesso con rendimenti più elevati, il costo del debito pubblico aumenterà. Anche se l'aumento dei costi si vedrà fra qualche anno, la crescita corrente dei rendimenti farà temere agli investitori che i livelli del debito pubblico italiano non sono più sostenibili. 4. Quale è l'impatto della crescita dei rendimenti sull'aumento del pil in Italia? Tassi di interesse più alti e un mercato azionario in caduta hanno ristretto le condizioni finanziarie di circa 40 punti base nelle ultime due settimane aggiungendo il rischio di peggioramento per le previsioni di crescita del Paese. Per calcolare questa stretta, consideriamo 4 variabili (il tasso di interesse interbancario a tre mesi, il rendimento dei titoli di stato decennali, gli indici commerciali e l'indice borsistico) assegnando a ciascuno il suo impatto sulla crescita futura del pil anno su anno. Con questa logica, le condizioni finanziarie dell'Italia si sono nettamente ristrette nei mesi recenti. Una grossa parte negli ultimi due mesi, quando i tassi interbancari sono decollati insieme ai rendimenti dei bond di lungo termine e la Borsa italiana ha perso quasi il 7 per cento. Se gli spread si allargheranno ancora e la Borsa non si riprende, l'impatto sulla crescita del Pil sarà significativo. C'è il rischio che cada dal +1.0% anno su anno del primo trimestre in territorio negativo. 5. Chi possiede il debito italiano e quali sarebbero le conseguenze di una ristrutturazione del debito sovrano per le banche europee? Poco più della metà del debito è posseduto da soggetti stranieri. Gli italiani possiedono circa il 15% dello stock, mentre Banca d0Italia ha un altro 5%. Il resto è in capo a banche italiane e ad altre istituzioni finanziarie (circa il 15% ciascuno). Quindi un'eventuale ristrutturazione del debito avrebbe maggiori implicazioni per le banche europee.. 6. L'Europa potrebbe finanziare l'Italia? Qualche aiuto è fattibile, ma un piano triennale è irraggiungibile con i fondi attualmente disponibili. 7. Quali sono le implicazioni per la Spagna? Ci possono essere rischi di contagio dall'Italia alla Spagna. In confront all'Italia, Madrid ha un debito pubblico molto più basso ma il deficit statale è più elevato così come le perdite bancarie .   8. Gli acquisti di bond da parte dell'European Financial Stability Facility sul mercato secondario possono alleviare la situazione? Sarebbe auspicabile. Gli acquisti sul secondario da parte di qualsiasi istituzione come la Bce o l'Efsf (alla quale però non è permesso con le regole attuali) potrebbero cambiare la direzione dei prezzi del mercato. 9. Cosa succede se la Bce accusa il colpo della crisi del debito sovrano con delle perdite sul suo bilancio patrimoniale? Le sue riserve di capitale diminuirebbero. Mentre la Bce e l'Eurosistema sembrano essere ben capitalizzate, una crisi del debito sovrano in Europa potrebbe richiedere un aumento di capitale per la banca centrale. E alla fine l'intero Euroosistema avrebbe bisogno di essere ricapitalizzato dai singoli Stati. Se invece ci fosse solo il default della Grecia la Bce rimarrebbe comunque con un capitale sufficiente. 10. Si deve abbandonare il coinvolgimento del settore privato per stabilizzare il mercato? Non necessariamente, ma uno spostamento in quella direzione potrebbe certamente aiutare. Le preoccupazioni sul coinvolgimento del settore private hanno contribuito all'escalation della crisi avvenuta nelle ultime settimane. La giustificazione principale sembra politica.

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