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Mercati e speculazione, indagano le Procure

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La magistratura accende un faro sulla possibile speculazione che, dopo la diffusione di alcuni report di agenzie di rating sull'Italia, hanno messo in difficoltà i mercati finanziari. Il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha già acquisito materiale dalla Consob e ha ampliato l'inchiesta già avviata a inizio anno, estendendola alle ultime settimane. Le ipotesi di reato per Moody's e S&p - ma anche per eventuali altri speculatori non ancora identificati - sarebbero quelle di Insider Trading e Market Abuse previsti dal nuovo testo unico finanziario. Per verificare eventuali anomalie nelle valutazioni di rating, inoltre, il magistrato avrebbe chiesto una «due diligence» indipendente sui conti dello Stato a un gruppo di esperti autonomi anche rispetto al settore pubblico. Trani non sarebbe comunque la sola procura ad indagare. Anche Roma e Milano hanno aperto un fascicolo anche se al momento non ci sono indagati e non sono ipotizzati reati. Tutto parte dalla testardaggine e da due esposti denuncia inviati a molte procure italiane da Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori, nei quali non solo veniva chiesto il blocco delle diverse tipologie di vendita allo scoperto, le short selling intraday-overnaight e le «naked», ma anche di monitorare gli ordini di vendita passati sui mercati finanziari e il ruolo della Consob nella tutela degli interessi generali e del risparmio. Ruggiero, che già in passato si era attivato su reati finanziari, non ha aspettato molto. Ha subito «esteso» anche alle ultime settimane l'indagine che aveva aperta a inizio anno, dopo che Moody's a mercati aperti aveva diffuso un report sulle banche italiane, con immediato impatto sui titoli creditizi in borsa. Ha quindi chiesto a Consob i dati di Borsa Italiana sui mercati e le vendite. Oggi, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, ha varcato il portone della sede dell'authority a Roma e chiesto anche ulteriore documentazione. In particolare avrebbe raccolto elementi sui confronti che la stessa Consob aveva avuto a tambur battente con le Agenzie di Rating le scorse settimane. L'inchiesta di Ruggiero era stata aperta a inizio anno, dopo la diffusione di un comunicato Moody's sul sistema bancario italiano (che subito aveva trovato la replica del governatore di Bankitalia, Mario Draghi). Una situazione analoga si è riproposta lo scorso 21 maggio, quando l'annuncio del possibile declassamento dell'Italia da parte di S&p aveva ricevuto una pronta replica di Giulio Tremonti: il ministro dell'Economia aveva spiegato che i dati macroeconomici dell'Italia «non solo non hanno subito variazioni sfavorevoli, ma in alcuni casi sono risultati migliori» rispetto al passato. In pratica, non c'erano motivazioni tecniche per cambiare outlook. Sotto osservazione, poi, sarebbe l'ulteriore report di Standard and Poor's, diffuso il primo luglio, che esprimeva giudizi negativi sulla manovra correttiva. «Restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito principalmente a causa della debole crescita», era scritto nel rapporto. Ma a insospettire il magistrato sarebbe il fatto che la valutazione, arrivata a mercati aperti, giudicava la manovra varata la sera prima a Palazzo Chigi ma della quale non si conoscevano, se non in modo sommario, i contenuti. Lo conferma il fatto che il decreto è poi stato pubblicato con grande ritardo e con modifiche, dopo l'intervento del Presidente della Repubblica. La Procura ipotizzerebbe una «manipolazione informativa» del mercato, nella convinzione che attori così importanti sul settore finanziario, come le agenzie di Rating, quando informano il mercato degli esiti delle proprie valutazioni sono a conoscenza degli impatti che questi produrranno. Così che, anche se non avessero voluto direttamente danneggiare gli investitori di uno specifico mercato, di fatto sarebbero comunque stati grado di prevedere cosa sarebbe accaduto. L'inchiesta di Trani, comunque, non si fermerebbe solo alle Agenzie di Rating. È a tutto campo e si stanno valutando anche aspetti collaterali riguardanti possibili speculatori, al momento anonimi. Questo filone di inchiesta, al momento, si presenta il più difficile perchè richiederà l'eventuale collaborazione internazionale per risalire al vero «mandante» di acquisti o vendite speculative.

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