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Borsa in rosso, manovra bocciata

Piazza Affari a Milano

Berlusconi incontra Napolitano

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La settimana borsistica parte sotto il segno dei ribassi. Fin dall'avvio Piazza Affari guadagna il titolo di maglia nera d'Europa e chiude lasciando sul terreno il 3,06%, sotto quota 18mila punti. L'approvazione a tempo di record della manovra targata Giulio Tremonti non basta a frenare nuove speculazioni, mentre il Ftse Mib arriva a segnare un minimo di 17.838,84 punti. La tensione si fa sentire anche sul mercato obbligazionario: lo spread Btp-Bund tocca i 337 punti base, in rialzo rispetto all'ultima seduta della scorsa settimana. Neanche il recente successo degli stress test dà fiato al comparto bancario con Mps e Intesa Sanpaolo che guidano i ribassi del settore. Tonfo anche per Fonsai, sul Ftse Mib chiudono in positivo solo tre titoli. Non va meglio nel resto d'Europa complice la partenza in ribasso dell'indice americano, mentre l'economia statunitense è alle prese con l'ipotesi di default. A Parigi il Cac 40 lascia sul terreno il 2,04%, mentre a Londra l'indice principale registra una flessione dell'1,55%. Negativi anche i listini di Amsterdam (-1,92%) e Francoforte (-1,55%), ribassi sostenuti per le piazze di Madrid (-1,15%) e Lisbona (-2,55%), lieve flessione invece per Atene (-0,26%). Peggior performance del Ftse Mib per Fonsai che perde il 7,88% a 1,7890 euro, male anche il resto della galassia Ligresti. Banche in caduta libera: Mps lascia sul terreno il 7,22% a 0,4603 euro, mentre Intesa Sanpaolo cede il 6,51% a 1,48 euro, dopo una breve sospensione dalle negoziazioni per eccesso di ribasso. Vendite anche su Banco Popolare a 1,3430 euro (-6,67%), nonostante l'approvazione del progetto Banca Unica che porterà a un impatto positivo sull'utile netto del gruppo. Male Unicredit a 1,133 euro (-6,36%), Ubi Banca a 3,278 euro (-5,04%) e Bpm a 1,455 euro (-4,65%). Giornata da dimenticare anche per Parmalat che chiude in flessione del 7,15% a 2 euro. Nell'ultimo messe il titolo di Collecchio ha perso oltre il 15%. Non sorride la scuderia Agnelli con Fiat che perde il 4,37% a 6,78 euro. Il gruppo dovrebbe chiudere il secondo trimestre del 2011 con un utile netto di 110 milioni di euro e un utile della gestione ordinaria (trading profit) di 485 milioni, secondo le stime di consensus di 21 analisti. Per la sola Fiat group Automobiles, la stima è di un utile di gestione di 175 milioni di euro; per Chrysler di 155 mln e per Ferrari e Maserati di 95. Nel 2011 secondo gli analisti, Fiat dovrebbe generare un utile netto di 570 mln di euro. Sul Ftse Mib in rosso anche Exor a 20,41 euro (-3,73%) e Fiat Industrial a 8,22 euro (-3,24%). Maglia rosa del paniere principale per Diasorin che guadagna il 2,26% a 33,06 euro dopo aver toccato un massimo di 33,42 euro. In territorio positivo anche Campari a 5,765 euro (+0,27%), sostanzialmente stabile Saipem a 36,39 euro (+0,03%) e Bulgari a 12,22 euro. MANOVRA BOCCIATA DAI MERCATI A livello globale, però, il segnale più importante dei mercati è che cadono nel vuoto i risultati degli stress test europei, diffusi venerdì a mercati chiusi, incapaci di alleviare i timori di un contagio ulteriore alla crisi del debito nel Continente. La Borsa di Milano poi era chiamata a reagire agli sforzi per approvare in tempi record la Manovra finanziaria, ma anche su questo fronte i listini finanziari restano sordi. I criteri scelti per la valutazione delle banche europee incidono pesantemente sul lunedì nero dei mercati, visto che l'ipotesi di un default della Grecia, ormai ritenuto ben più che probabile dagli addetti ai lavori, non è in realtà stata inclusa negli scenari di 'stress'. «Il fatto che non possano includere uno scenario sul debito sovrano rende più difficile prendere seriamente questi risultati», ha commentato un gestore a Bloomberg. I cds, i costi per assicurarsi da un rischio di insolvenza, hanno così preso il volo per i titoli di stato di tutti i paesi periferici: Grecia, Irlanda e Portogallo, ma con nuovi record anche su Italia e Francia.  

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