Idroelettrico energia del futuro
ClaudioLo Tufo Dopo il no al nucleare tornano di moda le fonti di energetiche alternative. E se su eolico e fotovoltaico si è detto tanto, pochi sanno che una delle fonti rinnovabili più efficienti del nostro Paese sono i corsi d'acqua. Massimo Gargano, presidente di Anbi, Associazione nazionale, bonifiche, irrigazioni e miglioramenti Fondiari alla vigilia del congresso internazionale sull'acqua che si terrà a Roma domani e dopodomani, fa chiarezza sul ruolo di questa forma di approvvigionamento energetico: «L'energia idroelettrica è stata la prima fonte rinnovabile ad essere utilizzata su larga scala, basti pensare che la prima diga della storia fu costruita dagli antichi egizi 6.000 anni fa per convogliare le acque del Nilo, e poi dopo fu sfruttata con i mulini ad acqua. Il suo contributo alla produzione mondiale di energia elettrica è attualmente del 18% e confrontata con un impianto eolico sviluppa una potenza 10 volte maggiore». Sì ma con quali costi per l'ambiente? «Tutto questo viene fatto nel completo rispetto dell'ambiente dato che la produzione è ad emissioni zero, perché in grado di auto produrre energia per sostenere il funzionamento e l'erogazione esterna. E con le nuove tecnologie si sta risolvendo anche il problema dell'inquinamento acustico». Proviamo a fare due conti? In Italia, l'idroelettrico produce circa il 12% del fabbisogno energetico totale, ed è indiscutibilmente l'energia rinnovabile più utilizzata. Le centrali idroelettriche sono più di duemila. Si tratta di impianti ad acqua fluente, serbatoio o a bacino e di pompaggio, presenti maggiormente nell'arco alpino ed appenninico. Ma è importante spiegare che si può fare molto ancora con i piccoli impianti, oggi economicamente sostenibili grazie agli ecoincentivi ed a tecnologie sempre più efficienti. Ci facciamo l'impianto a casa? Il mini idroelettrico rappresenterà sicuramente una grande opportunità sia su acqua fluente che su condotta. L'uso domestico va incanalato nei circa 150 Consorzi di bonifica e di irrigazione, che operano su oltre metà del territorio nazionale, garantendo la sicurezza idraulica e la disponibilità della risorsa idrica. Dall'irrigazione alla produzione di energia elettrica? I consorzi di bonifica gestiscono opere di irrigazione su oltre 3,3 milioni di ettari. Questi sono pertanto grandi consumatori di energia elettrica (oltre 220 milioni di Kwh/anno) e sono sicuramente interessati alla autoproduzione in modo da consentire rilevanti risparmi ai consorziati. Del resto queste strutture hanno sempre prodotto energia idroelettrica dalle dighe in loro gestione e, negli ultimi anni, si è sviluppata anche la produzione sfruttando i piccoli salti dei canali irrigui. Il microelettrico può divenire una scelta strategica per il Paese? La rete idraulica, gestita dai Consorzi di bonifica, è lunga circa 181.000 chilometri ed esistono ormai avanzate tecnologie per la produzione energetica anche “in pianura”, sfruttando correnti e piccoli corsi d'acqua. Con l'evoluzione del mini e del micro idroelettrico le prospettive sono decisamente aumentate. I Consorzi attualmente producono circa 350 milioni di kilowattora all'anno di energia idroelettrica e circa 1,3 milioni di kilowattora con il fotovoltaico. Abbiamo già in progetto ulteriori 41 impianti (31 idroelettrici, 10 fotovoltaici), che produrranno più di 45 milioni di kilowattora annui. Lascio ad altri decidere se questo è strategico o no, ma chiedo che si faccia presto. Il Paese non può segnare il passo per le mancate scelte.