Niente lacci alle pmi per rilanciare l'Italia
Nonmi aggiungo alla schiera di chi con diverse motivazioni ha detto la sua. Alcune semplici osservazioni, dopo aver ascoltato un po' di gente, qua e là. Persone preoccupate e, purtroppo, disgustate dai politici, verso i quali hanno poca fiducia. E questo è un male. La gente avverte il desiderio di aria pura. Vuole respirare a pieni polmoni senza dover sottostare alla pesante cappa che gli grava sopra. L'Italia ha uno dei più grandi debiti pubblici, frutto di anni di compromessi sociali, che di sociale hanno ben poco, se si penalizzano le generazioni future. Il padre risparmia per i figli. Il risparmio è stato tanto. Segno della grande generosità della famiglia. Il governo, di qualsiasi colore deve sottostare ai vincoli europei e ai mercati, spesso disinvoltamente manovrati dalle agenzie di rating. Il deficit spending è talvolta un accorgimento saggio. Per investire non per sperperare. Sono tanti gli sprechi da eliminare. Occorrerebbe una patrimoniale sulla severità comportamentale. Questa toccherebbe soltanto parassiti che vivono di millanterie, traendone benefici. Si dice che occorre maggiore concorrenza. Giusto. Ma la concorrenza è la conseguenza di iniziative. Se si vuole il rilancio, con l'attenzione alle spese inutili, vanno favorite nuove imprese che nascono dalle intuizioni di persone che desiderano esprimere la loro voglia di fare. Cominciamo con la prima riforma. Eliminare l'odiosa oppressione dei tanti balzelli che con corporatività burocratica esercitano un potere assolutista senza responsabilità. Della quale il Paese ha tanto bisogno.