Dai ministri Ue ok al nuovo fondo salva stati
I 17 ministri dell'Eurogruppo - i Paesi dell'area Euro - riunitisi oggi a Bruxelles alla vigilia dell'Ecofin di domani hanno ufficializzato con la loro firma la nascita dell'European Stability Mechanism (Esm), il nuovo fondo salva stati permanente dell'Eurozona. L'Esm sarà operativo a partire dal 1 luglio 2013, quando scadranno gli attuali fondi temporanei, l'European Financial Stability Facility (Efsf) e l'European Financial Stabilisation Mechanism (Esfm), attivati per il salvataggio di Irlanda e Portogallo. Il nuovo meccanismo avrà un'autonomia finanziaria pari a 500 miliardi di euro. NESSUN ACCENNO ALL'ITALIA Sulla difficile situazione finanziaria che sta attraversando l'Italia, il Consiglio non si è ancora pronunciato ufficialmente. Nessun commento nemmeno da parte del presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso che preferisce attendere la posizione ufficiale dell'Eurogruppo e per questo augura buon lavoro ai ministri. "Ovviamente stiamo seguendo tutte le discussioni attentamente", ha detto Barroso. Il ministro Tremonti ha incontrato all'ingresso della riunione il nuovo ministro alle finanze francese Francois Baroin nominato al posto di Christine Lagarde finita a capo del Fmi. Tremonti ha anche incontrato il ministro greco Evangelos Venizelos, che si è detto "pronto a partecipare ad una discussione costruttiva sul coinvolgimento del settore privato nella seconda tranche del prestito al suo paese". MANOVRA E RIFORME Il ministro delle Finanze olandese Jan Kees De Jaeger ha commentato dicendo che "il governo italiano ha già proposto un pacchetto di misure che noi accogliamo con favore". Tuttavia ha sottolineato che "per uscire da questa crisi sono necessari maggiori aggiustamenti di bilancio e riforme economiche". Sempre oggi a Bruxelles è stato reso noto il testo di un discorso tenuto ieri a Parigi dal Commissario Ue Michel Barnier il quale intende chiedere alla presidenza polacca di turno della Ue "di considerare la proposta di indurire le regole che si applicano alle agenzie di rating, impedendo loro di emettere giudizi su paesi che sono oggetto di un piano di aiuti internazionale". D'accordo sembra essere il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, che ha definito le agenzie di rating "una piccola struttura oligopolistica".