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Vertice Draghi-Berlusconi

Mario Draghi e Silvio Berlusconi

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Alla vigilia del Consiglio dei ministri che varerà la manovra economica, Berlusconi ha incontrato a Palazzo Chigi il Governatore uscente della Banca d'Italia Mario Draghi. Anche se la versione ufficiale è che c'è stato solo un confronto sulla situazione economica internazionale, è fuori di dubbio che sia stato affrontato il tema della nomina al vertice di Bankitalia. Draghi avrebbe riproposto la candidatura dell'attuale direttore generale di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni. E non solo perchè una nomina interna è più gradita alla struttura della Banca e al Consiglio suoperiore che vede nella continuità della successione una garanzia per l'autonomia e l'indipendenza della banca. Un'indipendenza più volte richiamata dal presidente Napolitano. Con Saccomanni, Bankitalia avrebbe un filo diretto con la Bce di Draghi in un momento particolarmente delicato per il Paese, ancora sull'orlo della crisi e esposto agli attacchi della speculazione. La delicatezza della manovra economica e l'importanza dell'obiettivo (il pareggio di bilancio nel 2014) che con questa si vuole perseguire, troverebbe un vantaggio indiscutibile in un dialogo più stretto tra Bankitalia e Bce. È probabile che Draghi abbia delineato questo scenario a Berlusconi. Il premier peraltro non è stato mai convinto di «regalare» la Banca d'Italia a Tremonti. È vero che il ministro dell'Economia gli è venuto incontro mettendo a punto una manovra spalmata su tre anni con il grosso delle misure concentrate nel 2013-2014, e che ha accettato di essere aperto a modifiche in una logica di collegialità con gli altri ministri, ma forse ciò non basta a promuovere Grilli. Lo si vedrà oggi, se il nome del candidato sarà portato da Berlusconi in Consiglio dei ministri che in base alla procedura di elezione del Governatore ha il compito di deliberare sul candidato prima di presentare il nome al Consiglio Superiore della Banca. Questo tornerà a riunirsi il 19 luglio ma qualora il nodo fosse sciolto prima, potrebbe essere anche convocata una seduta straordinaria prima. La partita quindi si gioca tra Saccomanni e Grilli mentre Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Bce, è fuori dalla partita. Prima del vertice i maggioranza era emersa anche l'ipotesi che dovesse sostituire Tremonti, qualora questo avesse deciso di dimettersi. Ma le tensioni della vigilia si sono ricomposte nell'incontro di governo. Per Bini Smaghi che deve uscire dalla Bce per lasciare il posto a un esponente francese (è l'impegno che Berlusconi ha preso con ilpresidente Sarkozy) la prospettiva è un posto nel Direttorio o la poltrona all'Antitrust ala scadenza del mandato (a febbraio prossimo) di Catricalà. Non irrilevante in questa girandola di sollecitazioni e veti è la posizione del Quirinale. Napolitano più volte ha evocato l'autonomia e l'indipendenza della Banca dal potere politico. A via Nazionale questo è stato interpretato come un viatico a Saccomanni.

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