La consulenza riparte. Nel 2011 verso livelli pre-crisi
Edopo la crisi e la stagnazione del 2010, che ha visto una leggera contrazione del settore (-1%), il consulting riprende quota: per il 2011 si prevede una crescita del 9%, che riporterà di fatto i volumi complessivi ai valori pre-crisi del 2008. A certificare la ripresa è l'ultimo rapporto dell'Osservatorio di Assoconsult, l'associazione delle imprese di categoria, elaborato insieme all'Università di Tor Vergata e presentato nel corso degli Stati Generali del Management Consulting ieri in Confindustria. Il quadro emerso dallo studio, però, non è del tutto positivo. E nonostante la tenuta durante la crisi e la crescita di quest'anno, persistono le criticità del consulting italiano, molto evidenti soprattutto se confrontate con le performance del settore in altri paesi europei. «La consulenza – spiega il presidente di Assoconsult Ezio Lattanzio – vale circa 3 miliardi di euro, con un'incidenza sul Pil pari solo allo 0,2%. Lontani dalla media europea dello 0,45%». L'Italia è fanalino di coda anche per quanto riguarda la produttività media delle aziende. Che si attesta intorno ai 112 mila euro per professional contro un equivalente valore medio europeo di 181mila euro. A pesare sul consulting è un mercatoframmentato con 35 grandi società che realizzano il 41% del fatturato, e le restanti 16 mila micro imprese a divedersi il resto. Dice il vice Ministro alle Infrastrutture Castelli: c'è un ambiente culturalmente ostile alla consulenza. Per la Corte dei Conti è sempre abuso d'ufficio.