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Testa a testa Grilli-Saccomanni

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L'indicazione del nome del successore di Draghi alla guida della Banca d'Italia è attesa per il Consiglio dei ministri di giovedì ma la situazione è ancora così fluida che la nomina potrebbe anche slittare. È questo lo scenario che si delinea in ambienti finanziari alla luce della tensione nel governo tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il premier Berlusconi. Oggi è prevista la riunione del Consiglio Superiore della Banca d'Italia. Una riunione ordinaria che dovrebbe limitarsi a indicare i criteri e i requisiti nella scelta del nuovo Governatore, ma senza esprimersi su un nome. La situazione è scivolosa. In base alla procedura Berlusconi, sentito Tremonti, dovrebbe indicare al Consiglio superiore di via Nazionale un candidato ma tutto lascia intendere che il premier rinvierà questo passaggio. Peraltro per esprimersi la riunione dell'organo di Bankitalia dovrebbe essere di carattere straordinario. Ma di ciò non c'è traccia. La scelta è tutta politica giacchè i tre candidati, il direttore generale dell'Istituto, Fabrizio Saccomanni, il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli e il membro del board della Bce Lorenzo Bini Smaghi, hanno un profilo ineccepibile. Via Nazionale preme per una soluzione interna e la candidatura di Saccomanni sarebbe preferita anche da Draghi. Tra i due c'è un'amicizia di lungo corso e Draghi favorendo questa candidatura avrebbe la certezza di un coordinamento delle politiche tra Bce e via Nazionale. Ma Tremonti punta su Grilli per sganciare la Banca d'Italia dall'influenza di Draghi e garantirsi un dialogo più stretto con l'Istituto. Peraltro Saccomanni è molto vicino a ambienti della sinistra. Poi c'è Bini Smaghi che deve lasciare la Bce dal momento che Parigi reclama un posto e Sarkozy ha fatto sapere di aver avuto un impegno in questo senso da Berlusconi. Per il momento però come ha riferito Juergen Stark, membro tedesco del board, Bini Smaghi non ha segnalato di volersene andare. Per il banchiere fiorentino si prospetta un posto in Direttorio. Berlusconi dovrebbe sciogliere questa matassa ma trovare il bandolo è difficile. Assecondare le richieste di Tremonti su Grilli vorrebbe dire aumentare il potere del ministro. Ma anche far prevalere la linea di Draghi con Saccomanni significherebbe lasciarsi sfilare via Nazionale. La strategia quindi suggerirebbe di prendere tempo aspettando anche che si concluda la partita sulla manovra economica.

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