Le banche europee puntano a chiudere «il prima possibile» un accordo sulla ristrutturazione volontaria per evitare la bancarotta della Grecia.
Gliistituti di credito internazionali hanno scelto Roma per fare il punto della situazione. Si sono riuniti dapprima nella sede romana di Intesa SanPaolo, poi c'è stato un mini-vertice al Tesoro presieduto da Vittorio Grilli, intervenuto non come direttore generale di Via XX settembre ma come presidente del Comitato economico e finanziario Ue. Presenti anche la Banca centrale europea e i rappresentanti dei ministeri del Tesoro dell'Ue, nonchè Charles Dallara, direttore generale dell'Institute of International Finance: in totale una trentina di delegati. C'erano le grandi banche tedesche, le inglesi come Barclays, e le francesi, maggiori creditrici verso Atene con oltre 57 miliardi complessivi («no comment» da Bnp Paribas, Societè generale e Credit Agricole). Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi spiega che l'esposizione delle banche italiane verso il debito greco è «marginale» ma «non ci sono principi che ostano» a una partecipazione al salvataggio greco. Atene questa settimana affronta un doppio appuntamento. Domani il premier George Papandreou deve strappare al Parlamento il via libera al pacchetto di austerity da 28 miliardi, indispensabile perchè i ministri dell'Eurogruppo possano sbloccare nel weekend la tranche del 12 miliardi del vecchio salvataggio alla Grecia. Da settimane i governi europei negoziano con i creditori privati della Grecia un piano che li coinvolga, come chiede la Germania per concedere un nuovo salvataggio da 110 miliardi, ma su base «volontaria». A prendere l'iniziativa sono le banche francesi, le più esposte verso Atene (oltre 56 miliardi complessivi). «Non abbandoneremo la Grecia - dice il presidente francese - difenderemo l'euro». Lo schema di Parigi prevede di convertire volontariamente la metà dei circa 75 miliardi di titoli di Stato greci in scadenza nei prossimi tre anni in nuovi titoli trentennali, garantiti da un fondo da finanziare con la maturazione di un altro 20% del debito greco. E una prima, prudente apertura arriva da Berlino. Ma c'è chi teme che lo schema francese non basti: per evitare il default serve una garanzia europea su tutto il debito greco, avverte l'ex consigliere Bce Axel Weber.