Ormai è quasi una partita a scacchi per Moody's, l'agenzia internazionale che dà i voti all'affidabilità finanziaria di stati e aziende
Dopoaver messo nei giorni scorsi sotto osservazione il rating dell'Italia, delle società a partecipazione statale e di 23 enti locali ieri ha fatto una nuova mossa. E cioè l'allarme per 16 banche italiane. Che, a parere degli analisti americani, rischiano un possibile taglio del merito di credito. La decisione è stata motivata come conseguenza dell'analogo provvedimento adottato nei confronti del debito sovrano del Paese. Secondo l'agenzia, infatti, gli istituti di credito con un rating a doppia o singola «A» sono sensibili anche a piccoli cambiamenti nel merito di credito del governo e nella sua capacità di supportare il sistema bancario del Paese. Gli istituti i cui rating a lungo termine sono stati messi sotto osservazione sono Intesa Sanpaolo (con le controllate Banca Imi e CariFirenze), Mps (Siena e la controllata Mps Capital Services), Banco Popolare, Bnl, Cariparma e Friuladria, Banca Carige, Banca Sella, Cassa di Risparmio di Bolzano, Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Padovana Credito Cooperativo, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen e l'Istituto Servizi Mercato Agroalimentare. Insieme a queste anche la Cassa Depositi e Prestiti. Per alcune di queste (tra cui Mps, Banco Popolare e Carige) sono finiti sotto osservazione anche i rating a breve. Le 13 banche italiane il cui outlook (e cioè le previsioni) è stato rivisto a negativo sono invece Ubi Banca, Credem, Credito Valtellinese, Bancaperta, Banca delle Marche, Italease Banca Agrileasing, Banca Popolare Alto Adige, BancApulia, Banca Popolare di Cividale, Banca Tercas, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e la Banca Popolare di Spoleto. Alcune banche, come Unicredit e la Popolare di Milano, non sono state oggetto di provvedimenti perché hanno già prospettive negative sui rating. La notizia è arrivata nel giorno un cui le Borse sono andate a picco, gli spread hanno toccato i massimi e l'euro è andato in picchiata. A buttare giù i mercati un combinato disposto di più fattori: la revisione al ribasso della crescita americana per il 2011-2012 da parte della Federal Reserve, l'allarme rosso lanciato dal presidente della Bce, Trichet, secondo cui la crisi dei debiti sovrani rischia di «contagiare» le banche, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria in Eurolandia, e gli ennesimi dati negativi sul mercato del lavoro negli Usa, con le richieste di sussidio in rialzo a sorpresa di 9.000 unità a 429.000 la settimana scorsa.