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Finmeccanica rafforza l'asse con Boeing

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dall'inviatoa PARIGI Filippo Caleri Finmeccanica punta a crescere nei mercati emergenti dove intende raggiungere, già nel 2011, il 51% degli ordini. Ma nel frattempo si rafforza negli Usa. Ieri, durante la prima conferenza tenuta a Le Bourget (Parigi) dal nuovo amministratore delegato Francesco Orsi, il gruppo di Piazza Montegrappa ha annunciato il nuovo accordo con la Boeing per il modello 787 Dreamliner. L'intesa prevede la fornitura della fusoliera e dello stabilizzatore (le alette della coda del velivolo) alla versione numero nove del programma di punta della casa statunitense. Un accordo che sostituisce quello vecchio messo in discussione da Boeing per alcuni difetti di qualità dei primi pezzi consegnati. Tutto recuperato. Gli stabilimenti di Foggia e Grottaglie potranno continuare e incrementare l'attività. Alla sua prima uscita pubblica Orsi ha dovuto mettere da parte la promessa che non avrebbe parlato nei primi 100 giorni dall'assunzione del suo incarico. Non ce l'ha fatta. «Non so se sia stato sufficiente» ha esordito facendo riferimento al mese trascorso dalla sua nomina lo scorso maggio. Ma non per questo ha dato l'impressione di essere in imbarazzo. Orsi, infatti, sa benessimo dove Finmeccanica deve «essere presente in futuro, passare da una situazione confortevole nei nostri mercati domestici» (Italia, Gran Bretagna e Usa) a «catturare i mercati ad alto potenziale». Cioè India, Cina, Russia, Medio Oriente, Brasile e Turchia da cui la holding si aspetta, fra il 2011 e il 2015, un aumento di ordini di circa il 20%. Non solo, ma entro l'anno Finmeccanica prevede da questi mercati ordini per 10 miliardi anche se l'Italia resta comunque la piattaforma per la crescita internazionale. E la parola chiave è «concorrenzialità». L'incontro con i giornalisti è stato aperto dal presidente Pier Francesco Guarguaglini, che ha indicato fra i mercati emergenti «in primis l'Asia, meno colpita dalla crisi e che sta guidando la ripresa economica», Paesi che destinano un budget elevato alla Difesa (+90% la Russia e +50,8% la Cina fra il 2010 e il 2015). Poi, ha comunicato le stime dei ricavi di Finmeccanica per 2011 e 2012, in media 18,3-19 miliardi l'anno per il 49% dal resto del mondo (esclusi i mercati domestici Italia, Gran Bretagna, Usa), e degli ordini, oltre 20 miliardi l'anno di cui il 51% dal resto del mondo. Nel 2010 il fatturato era stato di 18,7 miliardi e gli ordini per 22,5 miliardi. Per Orsi, la strategia si basa su cinque punti: cercare l'eccellenza durevole nelle tecnologie e prodotti competitivi nei prossimi 20 anni, perseguire l'efficienza industriale e la forza finanziaria, raggiungere una crescita stabile nei mercati internazionali dove Finmeccanica è presente, migliorare il livello di servizio al cliente e la fidelizzazione, trasferire un'eredità di eccellenza, facendo crescere una nuova giovane generazione multinazionale. «Finmeccanica - ha spiegato - ha una sua strategia che è fatta dalle strategie di tutte le aziende e che ora deve essere unitaria». Quindi, bisogna «identificare le sinergie e non puntare quattro volte tutte allo stesso target, sviluppare un approccio coordinato per i fondi nazionali per ricerca e sviluppo». Orsi ha poi ribadito quanto detto di recente da Guarguaglini, e cioè che Finmeccanica «dà un contributo al Tesoro da 4 miliardi, generiamo denaro per il Paese e chiediamo supporto alle nostre attività». L'ad ha anche parlato dei nuovi prodotti presentati al salone «che non devono essere solo per il mercato nazionale, dobbiamo migliorare in questo campo, accelerare i tempi di progettazione ed essere migliori della concorrenza». Parlando dei «nostri partner russi» di Sukhoi nell'aereo Superjet 100, «ci hanno chiesto un ordine in Italia ma non abbiamo potuto catturare Alitalia, purtroppo, ma un'altra compagnia potrebbe arrivare». Il direttore generale e direttore finanziario, Alessandro Pansa, ha annunciato che incoraggerà le attività che consentono di «snellire le strutture per ridurre i costi, con la selezione delle politiche di investimento. Migliorare l'efficienza industriale per generare più cash flow, migliorare la redditività e il nostro rating. Dobbiamo avere un buon ritorno sul capitale investito e migliorare la solidità finanziaria».

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