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Sale il rischio anche sui bond italiani

George Papandreou

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L'onda distruttiva che parte dalla Grecia sull'orlo del baratro mette a dura prova non solo le borse ma anche i mercati finanziari che scambiano il debito sovrano. Le fibrillazioni arrivano anche nei paesi che per ora non sono stati investiti dagli strali dei creditori, come Italia e Spagna, ma che sono da tempo nel mirino degli speculatori. Il risultato evidente è un drastico rialzo dei premi di rendimento. Ci si mette anche la Banca centrale europea che sul solco di quanto annunciato mercoledì scorso ha evocato le «tensioni» che, partendo da Atene, si vanno allargando sulle economie più indebitate d'Europa. Al punto che il consigliere esecutivo Lorenzo Bini Smaghi arriva a dire che in Grecia è «in gioco la stessa democrazia», anche se Bce non si sostituirà ai governi monetizzando i salvataggi. Il termometro della crisi è il premio di rendimento decennale, cioè quanto gli operatori finanziari chiedono in più ad Atene per sottoscrivere titoli di debito rispetto ai Bund tedeschi. Ieri la forbice ha raggunto il massimo dalla creazione dell'euro per la Grecia (oltre 1.500 punti). E trascina al rialzo, come accade da mesi, Irlanda (862) e Portogallo (790). In Spagna lo «spread» decennale vola a 280 punti, un massimo da quando esiste l'euro, complice anche il collocamento deludente di 2,8 miliardi di euro di titoli di Stato. E lo scossone non risparmia anche l'Italia, che per la prima volta dai livelli record di gennaio supera i 200 punti base di spread rispetto ai bund, i titoli decennali tedeschi. Se ad Atene il premier Papandreou è in bilico, preoccupa anche l'incertezza sul nuovo piano di aiuti targato Ue-Fmi. Per la Grecia non esiste un infatti non esiste un «piano B». L'unica strada percorribile è quella di concedere subito i 12 miliardi della quinta tranche del prestito Ue-Bce-Fmi e trovare poi un'intesa, al più tardi entro settembre, sul secondo piano di salvataggio. Intanto la Bce alza un muro contro le pressioni politiche che vorrebbero «far finanziare il bilancio pubblico con la moneta» e «scaricare sulla politica monetaria l'onere di intervenire in campi che competono principalmente all'autorità fiscale», in violazione dei Trattati che proteggono l'indipendenza della Bce. Il pericolo è alto. Negli ultimi tre mesi - ha spiegato il bollettino mensile Bce - i premi di rendimento decennali «si sono notevolmente ampliati» per Grecia, Irlanda e Portogallo. E «anche le tensioni nei mercati del debito sovrano di Belgio, Italia e Spagna si sono riflesse in questo periodo nelle oscillazioni relativamente ampie dei differenziali con i titoli tedeschi». In più la crescita rallenta. Il secondo trimestre vedrà un'espansione più «moderata», e le stime danno in media un'espansione inferiore al 2% nel 2011 e nel 2012. Intanto sul fronte greco Il primo ministro greco Giorgos Papandreou (nella foto) ha annunciato la sua intenzione di «non mollare e continuare a combattere» per salvare la Grecia dal tracollo e annunciato un rimpasto di governo. Atene sull'orlo del default fa paura a tutti. Anche alla Casa Bianca che ieri ha chiesto di procedere sulla strada delle riforme economiche e il varo dell'austerity.

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