«L'Italia ha scelto di andare a tutto gas»
L'addell'Eni Paolo Scaroni descrive così al Parlamento Europeo il quadro che nasce dopo la vittoria dei referendum contro il nucleare e ricorda come una piena interconnettività delle reti del gas in Europa, secondo le stime elaborate dal gruppo, potrebbe evitare emergenze nei Paesi e ridurre i rischi derivanti dalla dipendenza dal gas russo, arrivando a supplire a un eventuale blocco per un nuovo dissidio con l'Ucraina. «È una provocazione - spiega Scaroni - perché non potremmo vivere senza il gas russo», ma «dà l'idea di quanto sia importanti i vantaggi di una reale interconnessione». L'abbandono del nucleare in Germania e, seppure solo in parte in Giappone, sosterrà così la crescita della domanda di gas nei prossimi anni. Sulle turbolenze in Nord Africa, l'ad ripete ai parlamentari la stretta dipendenza dell'Europa dalle forniture di quell'area: il gasdotto che passa dalla Tunisia, i giacimenti dell'Egitto e dell'Algeria, ma si concede una punta di ottimismo: «sono Paesi che hanno intrapreso un percorso senza maggiori traumi verso la democrazia». Lo stesso per la Libia, dove l'Italia «sta gestendo bene la situazione» e dove il prossimo governo («qualunque esso sia», anche se Eni ha forti contatti con il Cnt di Bengasi) riprenderà a vendere idrocarburi. Per il momento la Libia non crea problemi e gas e petrolio arrivano da altri Paesi. In gergo Scaroni la chiama una situazione N -1, che potrebbe diventare difficile in caso di crisi in un altro Paese creando così una situazione N -2. Tornando al nucleare l'ad premette che la scelta degli italiani «non è discutibile», e che l'Eni non è mai stato parte in causa della vicenda. Scaroni però sottolinea come in fondo il no all'atomo rientri nell'allergia degli italiani a tutti quelle opere necessarie ma «invasive» come inceneritori, discariche o autostrade. Certo è difficile sapere se il nucleare fra diversi anni potrà essere più conveniente rispetto al gas: «Non so quale sarà il prezzo del gas e perciò non posso dire se il prezzo per Kw/h sarà più basso di quello prodotto con il nucleare». Infine una parola sulle polemiche per i gasdotti Nabucco e South Stream: «Non sono in competizione fra loro». «Noi non siamo né partecipanti né concorrenti del Nabucco, che peraltro è fatto da un associazione di aziende consumatrici. Noi abbiamo fatto più gasdotti di tutti, ma non abbiamo mai visto un progetto senza produttori fra i soci. Quindi per la nostra logica aziendale non è un progetto solido», ha concluso Scaroni.