Atene fa vacillare l'Unione europea
Nel giorno in cui la Grecia si trova di fronte a una delle crisi sociali più acute della sua storia. Con migliaia di persone in piazza ad Atene a protestare contro il piano di austerity. L'area dell'euro va in fibrillazione: i rischi per la stabilità finanziaria della moneta unica sono aumentati ha spiegato, ieri, la Banca Centrale Europea. Per una ragione semplice: la forte connessione fra le banche, che in pancia hanno massicce dosi di titoli di Stato del paese ellenico, e i bilanci pubblici. I segnali di scricchiolii sono arrivati ieri mattina da Moody's, l'agenzia di rating statunitense, che ha messo sotto pressione i grandi istituti di credito europei: Bnp Paribas, Societè generale e Credit Agricole, i tre più grandi di Francia, rischiano il taglio del rating per la loro esposizione verso Atene. Ma la botta finale che rischia di mandare nel baratro l'intero impianto finanziario dell'euro è arrivata nel pomeriggio di ieri. A sei mesi dall'ultimo «Financial Stability Review», la Bce è tornata a fare il punto sui progressi fatti in tema di rischi finanziari nel post-Lehman Brothers. E c'è soprattutto un punto che preoccupa l0Eurotower: il legame a doppio filo fra le banche - finanziatrici dei governi attraverso l'acquisto del debito pubblico - e le finanze pubbliche. Qui, ha detto la Bce, «i rischi sono elevati» in termini di stabilità finanziaria. In questo contesto il quadro nell'area euro, ha scritto infatti Francoforte, «è rimasto molto impegnativo». Secondo la Bce, inoltre, una ristrutturazione del debito greco ha «conseguenze potenzialmente molto pericolose» per il Paese e per il suo sistema bancario. L'allarme riguarda le banche residenti nei Paesi ad alto rischio, a partire dalla Grecia. Ma che potrebbe estendersi alle grandi banche creditrici. Come nel caso dell'allarme di Moody's sulle banche francesi. Una doccia fredda per le banche transalpine, esposte per circa 40 miliardi di euro verso la Grecia (principalmente crediti ai privati) contro i circa 24 miliardi della Germania. Si apre una breccia che potrebbe coinvolgere molte banche europee, ed è la stessa Moody's ad avvertire che «potrebbe intraprendere azioni simili su altre banche con esposizione diretta alla Grecia nelle prossime settimane». Intanto S&P, di fronte all'ipotesi di un default sovrano sempre più concreta, ha tagliato il rating su quattro grossi istituti di credito greci a «CCC». La svalutazione dei bilanci di National Bank of Greece, Efg Eurobank Ergasias, Alpha Bank e Piraeus Bank sarebbe così forte, in caso di default, che c'è il rischio di un effetto domino. Proprio la Bce, nel suo rapporto, ha avvertito che se vincerà la ristrutturazione (con default) voluta da Berlino, l'Eurotower non accetterebbe più titoli greci come garanzia. Uno scenario drammatico che toglierebbe alle banche greche la liquidità su cui oggi sopravvivono e che fa ipotizzare al New York Times una nuova «Lehman Brothers». Alla vigilia dell'incontro tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il futuro presidente delle Bce, Mario Draghi (promosso a pieni voti dal Parlamento Ue), il bilancio del rapporto dell'Eurotower non è perciò dei migliori: «Per il terzo anno consecutivo dall'intensificazione della crisi nell'autunno 2008 - osserva la Bce - i rischi sono ancora prevalenti nei principali settori economici dell'area euro». Fra questi, i tecnici della Bce citano alcuni pericoli «sistemici» collegati alle banche: l'accesso alle fonti di finanziamento (diverse banche sopravvivono grazie alla liquidità straordinaria della Bce); i prezzi degli immobili commerciali destinati a restare lontani dai massimi pre-crisi; e poi la possibilità di un balzo dei tassi a lunga scadenza e gli squilibri macroeconomici globali. Il mercato sembra dunque abbia fatto partire il conto alla rovescia per il default della Grecia. E la situazione politica ellenica è in subbugli. Il premier greco George Papandreou, travolto dalla protesta di piazza contro il nuovo programma di austerity, ha parlato per la prima volta di possibili dimissioni e ieri, in serata, ha annunciato un rimpasto dell'esecutivo e un voto di fiducia per oggi. Il Paese è alle corde e mentre Bruxelles promette che a luglio arriverà la nuova tranche di aiuti da 12 miliardi prevista dal primo pacchetto varato un anno fa, il flop del vertice di martedì a Bruxelles sul salvataggio numero due di Atene ha fatto schizzare all'ennesimo record rendimenti e spread dei titoli di Stato ellenici. Insomma a dieci anni di distanza dalla sua nascita l'euro rischia di diventare una moneta da collezione.