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Il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker

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Prevale la linea dura sulle misure da adottare per la Grecia. Dal Fondo monetario internazionale alla Banca centrale europea è un coro di no alla ristrutturazione del debito. Mentre sembra ormai inevitabile un nuovo piano di aiuti finanziari il cui ammontare, però, dipenderà dal grado di coinvolgimento del settore privato. Atene intanto corregge al ribasso il Pil del primo trimestre e il premier Papandrou sottolinea che il Paese è ad un «crocevia definitivo». Dopo l'apertura dell'altro giorno alla proposta di una ristrutturazione «soft», ieri la Bce ha invertito rotta: l'istituto «non è a favore di una ristrutturazione», ha detto il presidente Jean Claude Trichet, escludendo «ogni concetto che non sia volontario» e chiedendo di «evitare ogni evento creditizio o default selettivo». Anche da Washington il Fmi ha fatto sapere che tutte le parti coinvolte nelle discussioni su un nuovo programma di aiuti internazionali alla Grecia sono contrarie ad una ristrutturazione del debito pubblico del Paese. Per il ministro dell'economia francese, Christine Lagarde, va evitato il default della Grecia e la sua uscita dalla zona euro, che sarebbero «una soluzione molto azzardata e imprevedibile». Contrario a ipotesi di ristrutturazione è anche l'ad di Unicredit Federico Gihizzoni: «Credo che se per ristrutturazione s'intende un taglio del debito, quindi uno sconto, sostanzialmente sono d'accordo con Draghi: ciò sarebbe estremamente pericoloso». Sembra ormai inevitabile, intanto, un nuovo piano di aiuti internazionali per Atene. A dirlo è il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, che precisa che l'ammontare dipende dal grado di coinvolgimento e dall'entità del contributo che verrà settore privato. Ma secondo Moody's è «difficile immaginare» una adesione volontaria degli investitori privati a una ristrutturazione del debito greco. Secondo fonti citate dall'agenzia Bloomberg, i governi europei e il Fmi potrebbero concedere nuovi aiuti per 45 miliardi di euro, nell'ambito dell'ultimo piano di salvataggio triennale. Intanto ad Atene, con i lavoratori in piazza contro la Troika, il pacchetto di misure di austerità da 78 miliardi per i prossimi 5 anni ha ottenuto l'ok del Consiglio dei Ministri ed è arrivato in Parlamento. Il tempo stringe. L'istituto di statistica ha rivisto al ribasso le stime sul Pil; sale inoltre la pressione sui tassi dei titoli di Stato (il rendimento dei titoli decennali è salito al 16,58% con lo spread rispetto al corrispettivo bund tedesco che si è ampliato a 1.353,6 punti, mentre il tasso dei titoli biennali ha di nuovo superato il 25%); e sale anche a nuovi massimi il rischio debito con i credit-default swap sul debito greco che segnano un aumento di 30 punti base al record di 1.522.

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