Marcegaglia: "Meno tasse alle imprese che tengono in piedi il Paese"
La riforma fiscale va fatta, diminuendo il carico sui lavoratori e le imprese, che tengono "in piedi questo Paese". Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, insiste sulla necessità di "abbassare le tasse" e sulla possibilità di "spostare il peso sulle cose", agendo sull'Iva, e chiede "non un'operazione di lifting" ma che "dalla fase di studio si passi alla fase concreta e operativa". Parlando al 41° convegno dei Giovani imprenditori, premette di condividere la linea del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con cui in mattinata ha avuto un colloquio riservato: "Il tema dell'equilibrio dei conti pubblici è essenziale", dice, "dal rigore non si può prescindere", "l'obiettivo del governo di portare il bilancio in pareggio nel 2014 è alto, complesso e va portato avanti. Questo vuol dire pensare a una manovra importante da 35-40 miliardi di euro. Va fatta" subito "non dopo le elezioni da un altro governo". Ma non allenta il pressing sulla riforma fiscale. "Si può fare", dice Marcegaglia, "a parità complessiva di pressione", Quindi, è il suo ragionamento, pur mantenendo la pressione "invariata", si può aumentare "gradualmente l'Iva", intervenire sulle rendite finanziarie e sulle detrazioni. Punti su cui è possibile lavorare "per incassare soldi e utilizzarli per abbassare l'Irpef sui lavoratori e diminuire una parte della componente del costo del lavoro sull'Irap" per le imprese. "Tremonti - afferma ancora Marcegaglia - ha detto anche che una parte degli introiti provenienti dalla lotta all'evasione può essere utilizzata per abbassare la pressione fiscale. Lo chiediamo da tempo, è importante che adesso si faccia". TASSE E LOTTA ALL'EVASIONE Al convegno interviene anche il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, sostenendo che "alleggerire l'onere fiscale sui lavoratori e sulle imprese oneste darebbe un ulteriore contributo di stimolo alla crescita, ma a una condizione: che si prosegua, di pari passo, nel recupero dell'evasione fiscale"; l'economia italiana "deve accelerare il passo, se vuole restare nel novero delle economie avanzate". Sulla necessità di "rimettere al centro" la crescita torna anche la leader degli industriali: l'Italia non può andare avanti con i "bassi tassi degli ultimi 15 anni. Continuare a crescere dello 0,8%-1% non ci permette di fare le cose che dobbiamo". È "venuto il momento di scegliere dove tagliare e dove investire", perché "non si possono fare tagli lineari" e "c'è una differenza tra gli investimenti in ricerca e innovazione e tra gli enti inutili ed i costi della politica". Così come bisogna ridisegnare "i confini tra Stato, mercato e società. Lo Stato spesso fa troppo e male, faccia meno cose e bene, lasciando più spazio al mercato". E sui costi della politica "in un momento in cui siamo chiamati a fare grandi sacrifici è inaccettabile che la politica non sia la prima a dare il buon esempio. Ho parlato con il ministro Tremonti, andrà in questa direzione", aggiunge Marcegaglia. Affronta poi "il problema" della disoccupazione giovanile e delle donne su cui si "è scaricata la crisi" e del "ritardo con cui entrano nel mondo del lavoro". E ritorna sul tema delle regole del lavoro sostenendo che anche sulla flessibilità in uscita "vada aperto un dibattito senza ideologie". Risponde, infine, alle critiche di "chi afferma che Confindustria dice sempre agli altri cosa fare. Non è vero. Ragioniamo anche su noi stessi", replica Marcegaglia.