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Insegniamo ai giovani a dare valore al loro lavoro

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Mirimproverano mancanza di approfondimento. Non sono un professore e non ho bisogno di spazio per i modesti spunti che lancio. Cerco di chiarire il mio pensiero su due argomenti recentemente affrontati. Le PMI in Borsa e l'occupazione giovanile. Basilea III imporrà una capitalizzazione delle PMI comunque sostegno della nostra economia. Occorrono capitali. Va creata una Borsa specifica per far affluire il risparmio. Che è sacro. Non servono prediche per ricordarci che l'investimento in azioni ha una componente di rischio. Cerchiamo di essere pragmatici. Le PMI sono sul territorio e solo da questo possono attrarre capitali che vanno tutelati. Come? Prendendo lo spunto dal «5per mille», Banche, Fondazioni, Assicurazioni ecc. dirottino una piccola parte di commissioni in un fondo, che garantisca, secondo determinati parametri, non il debito ma il capitale di quelle PMI che si quotano. Ci si può anche guadagnare. Riguardo l'occupazione giovanile cancelliamo il vocabolo assistenza. Lo Stato, lo ha anche ricordato il Presidente di Confindustria, non può essere un ente per il collocamento. Le aziende individuali o famigliari non considerano il costo del lavoro. Insegniamo ai giovani di dare valore al loro lavoro non in senso rivendicativo. Bensì economico. Un fondo può essere alimentato da capitali (non ne servono tanti) e dall'apporto del lavoro. Entrambi i fattori, se l'impresa avrà successo, andranno remunerati. In questo modo i giovani avranno l'opportunità di mettersi in gioco perché lavoro e inventiva possano - i fatti lo dimostrano - valere molto di più dei capitali investiti. E può ritornare il gusto della impresa.

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