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Grecia a un passo dal default

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Volaa nuovi record il rischio default di Grecia e Portogallo: i credit default swaps (cds) sul debito di Atene sono saliti di 73 punti base al nuovo picco di 1.474 punti e quelli su Lisbona sono aumentati di 26 punti base al massimo di 704 punti. In rialzo anche i cds sull'Irlanda con un incremento di 33 punti base a 682 punti. Il 20 agosto prossimo Atene dovrà rimborsare un bond a cinque anni emesso a maggio 2006 per oltre 10 miliardi di euro. La situazione della Grecia è sempre più grave ma non è l'unico anello debole dell'Eurozona. Ieri la Germania ha rilanciato la soluzione della ristrutturazione del debito di Atene in contrasto con gli altri partner della Ue e la Banca Centrale Europea. Anche il Governatore della Banca d'Italia e prossimo presidente della Bce, è contrario a questa ipotesi. «I costi supererebbero i benefici - ha detto - e ci sarebbe il rischio di destabilizzare il sistema finanziario, con severe conseguenze per le prospettive di crescita dell'Eurozona». Non va esclusa inoltre l'ipotesi di «ricadute sugli altri paesi dell'area euro» con conseguenze drammatiche: «un impatto negativo sulla fiducia, attese di altre ristrutturazioni e dubbi sulla sostenibilità dei debito. Oltre all'ampliamento dei divari di rendimento tra i bond». Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha scritto una lettera, datata 6 giugno, al presidente della Bce Jean-Claude Trichet e ai suoi colleghi nella Ue in cui afferma che «è improbabile che Atene possa tornare sul mercato nel 2012, come auspicato nel primo programma», perchè la situazione «è molto seria». Quindi, per evitare il «primo default nell'eurozona», Schaeuble suggerisce di «allungare di sette anni» la scadenza dei titoli greci per dare al Paese la possibilità di riformare completamente la propria economia. Inoltre, chiede che i creditori privati di Atene contribuiscano in «modo sostanziale» al secondo pacchetto di aiuti. Schaeuble ha detto che ad Atene servono 90 miliardi di euro fino al 2014. La posizione di Berlino risulta dunque in netto contrasto con quella della Commissione europea, degli altri partner Ue e della Bce, che chiedono agli obbligazionisti privati «solo un contributo volontario» per risolvere il nodo ellenico. La Troika (Ue, Bce e Fmi) fa sapere che i nuovi aiuti alla Grecia dipenderanno dalle ulteriori misure di consolidamento che Atene si impegnerà ad approvare. L'Eurotower teme che la ristrutturazione del debito greco possa innescare un effetto domino sui mercati e contagiare anche gli altri Paesi più deboli dell'eurozona. Per le tre agenzie di rating - Standard & Poor's, Moody's e Fitch - la soluzione tedesca equivarrebbe ad un default della Grecia. Ieri Parigi ha detto di essere contraria a qualsiasi forma di ristrutturazione. I mercati intanto scontano questo impasse in seno alla Ue. Le principali Borse del Vecchio Continente hanno archiviato la seduta tutte in territorio negativo. Londra ha perso lo 0,95%, Parigi lo 0,88%, Francoforte lo 0,61%, Milano l'1,44%. Atene ha lasciato sul terreno un sostanzioso 3%.

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