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Nonostante la crisi, le cooperative continuano a incrementare l'occupazione mettendo a segno nel 2010 un +3%, che diventa +5,5% nel biennio.

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Tuttavia«questa funzione sociale - aggiunge - ha un prezzo: gli utili dell'esercizio in corso saranno un terzo rispetto all'ultimo anno pre-crisi». L'occupazione creata dalle cooperative è anche stabile: a tempo indeterminato sfiora il 90% degli addetti nelle cooperative più grandi e si ferma poco sopra il 60% nelle micro imprese. «Abbiamo condiviso -spiega- il valore dell'iniziativa del governo sui contratti di rete. Ci sono misure varate e coperte finanziariamente che non vengono attivate. È incomprensibile perchè così poche Regioni usino efficaci strumenti comunitari già collaudati per la capitalizzazione». Il presidente ha sottolineato che «per rimanere davanti nel mondo che cambia, l'Italia ha bisogno degli Stati Uniti d'Europa, di un cambiamento demografico, di una conversione competitiva della nostra economia, di una trasformazione della vita politica e di una modifica degli assetti istituzionali». Sulla riforma fiscale Marino indica quelle che dovrebbero essere le priorità. «Si concentrano aspettative irrealistiche, come quelle di una drastica riduzione delle tasse». Dalla riforma invece, aggiunge, «ci attendiamo che sradichi l'evasione e renda la vita più difficile alla corruzione. Ci attendiamo una linea di semplificazione fiscale e che punti meno sui redditi personali e più sulle cose e i consumi». I punti «inderogabili» della manovra deve essere «la stabilità dei conti pubblici, la riduzione del debito e del deficit, il rispetto dei patti europei». Qualcuno, afferma, «si illude ancora che per una buona causa sia lecito spendere in deficit e incrementare il debito. Eppure in qualunque azienda si sa che, se si esagera con il debito, invece dello sviluppo, arriva il decreto ingiuntivo». «Il debito pubblico - ammette - al di sopra di una certa soglia, invece di alimentare la crescita, la impedisce. Non ho esitazione a dirlo: ridurre il debito è una politica di sviluppo e di giustizia sociale. Anche se bisogna lavorare intensamente per la crescita e per l'occupazione».

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