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Ue contro il taglio delle tasse. La priorità è ridurre il deficit

Il presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso

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Ancora una volta Tremonti si è fatto interprete dell'orientamento di Bruxelles. Al vertice di Arcore il ministro ha convinto Berlusconi che è necessario proseguire la linea del rigore e che per abbassare le imposte bisogna aspettare che ci siano le condizioni; ieri la Commissione europea ha scoraggiato il taglio delle tasse e ha invitato l'Italia a concentrarsi sulla riduzione del debito. In un documento approvato dall'Esecutivo europeo si raccomanda al nostro Paese di «essere pronto» a prevenire ogni possibile sforamento dei conti rispetto a quanto programmato per il 2011 e 2012 e di destinare all'accelerazione della riduzione del deficit e del debito «ogni positivo imprevisto dovesse verificarsi sul fronte della politica di bilancio». Chiede inoltre di introdurre tetti vincolanti alla spesa e di migliorare il monitoraggio della pubblica amministrazione. La Ue considera «credibile fino al 2012» il piano di consolidamento dei conti pubblici ma sollecita l'introduzione di nuove misure per affrontare le «debolezze strutturali» dell'economia accentuate dalla crisi. In particolare è necessario varare ulteriori misure entro il prossimo ottobre affinchè «il livello molto alto del debito imbocchi un percorso stabile di riduzione». E dà alcune indicazioni: migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, introdurre una maggiore concorrenza nei servizi, rafforzare le politiche di sostegno all'innovazione e alla ricerca e velocizzare l'utilizzo dei fondi strutturali europei. A metà del periodo 2007-2013, avverte la Commissione, la quota dei fondi mobilitati dall'Italia sul totale era mediamente pari «solo» al 16,8% e nelle regioni del Sud risultava anche «molto più bassa».  La crezione di nuovi posti di lavoro e il rilancio del Mezzogiorno saranno possibili solo «compiendo ulteriori passi in avanti nel periodo 2011-2012», cioè adottato provvedimenti «ad hoc». La Commissione pone tra le condizioni per lo sviluppo del Sud, la rimozione degli ostacoli che ancora rendono più costoso impiantare e gestire qualsiasi attività imprenditoriale, in particolare per le piccole medie imprese. Il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, ha indicato tra le misure per rafforzare la competitività, l'adattamento delle retribuzioni alla produttività. Altro anello debole del Paese è l'occupazione giovanile e la Commissione raccomanda un intervento sui contratti. Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha sottolineato i progressi fatti sul fronte della riduzione del defici t e del debito: «l'Italia ha imboccato la strada giusta: ora deve rispettare gli impegni presi insistendo anche sugli interventi necessari per sostenere la crescita». Il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha messo in evidenza che il messaggio è lo stesso di quello da lei lanciato all'Assemblea: rigore nei conti pubblici, riforme magari anche a costo zero, che però aiutano la crescita. Intanto al ministero dell'Economia si lavora alla manovra economica. Sul tavolo ci sarebbe anche l'ipotesi di spalmare la manovra di 40 miliardi in due provvedimenti. Uno subito di aggiustamento per il 2011 da 5 miliardi, rinviando la parte restante a settembre, che a quel punto verrebbe accompagnata dal varo della delega sul fisco. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha rassicurato sull'assenza di misure riguardanti le pensioni. In particolare ha escluso un innalzamento dell'età pensionabile per le donne nel settore privato. Al momento non sarebbe previsto nemmeno il ritocco al rialzo dell'aliquota contributiva dei parasubordinati. Il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, ha ammesso che teme nuovi possibili interventi per il settore farmaceutico. «È stato così sempre nelle ultime leggi finanziarie. Per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale - ha detto - occorre concentrarsi sugli altri capitoli di spesa (che sono l'84% del totale), aumentando l'efficienza di tutto il sistema sanitario».

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